I dati, tratti da una ricerca commissionata da un noto broker assicurativo, ci consentono di fare il punto dopo due anni di pandemia
Cosa possiamo dire, oggi, a due anni dallo scoppio della pandemia, sul tema Covid-19 e richieste di risarcimento danni? Quali strutture sanitarie, e in che modalità sono state più coinvolte? A dare una risposta concreta a domande come queste ci aiuta una ricerca condotta da AmTrust Assicurazioni, presentata lo scorso 9 marzo 2022.
Innanzitutto, un po’ di dati, per inquadrare la base effettiva della ricerca. Essa ha preso in esame, nei due anni pandemici (2020-2021) oltre quattrocento strutture ospedaliere, pubbliche e private. Com’è noto, durante il periodo di osservazione, nel nostro paese abbiamo assistito all’impatto di ben quattro ondate Covid-19. La quinta ondata è partita a febbraio 2022 ed è più o meno tuttora in corso.
Le richieste di risarcimento legate al Coronavirus sono state 539, ossia un numero relativamente esiguo rispetto al totale dei danni reclamati verso la malpractice sanitaria. In termini percentuali, esse impattano infatti per poco meno del 5% (4,75%). La stragrande maggioranza di queste richieste sono state denunciate nel 2021 (ben 445 su 539, l’82%). Se però il dato viene distribuito per data di accadimento, osserviamo che i danni denunciati in riferimento al 2020 sono più o meno gli stessi di quelli relativi a fatti accaduti nel 2021: 262 contro 271. Non v’è quindi una grande differenza in termini assoluti fra i due anni di pandemia. Si può però registrare un maggiore impatto delle richieste di risarcimento per Covid-19 sul totale delle denunce per danni di malasanità nel 2021. Queste passano infatti dall’1,62% al più consistente 7,91%.
L’elemento forse su cui riflettere maggiormente è che ben l’86% del totale delle richieste di risarcimento riguardano danni da Responsabilità Civile Sanitaria. L’RCO, ossia la responsabilità civile verso gli operatori del settore, ha pesato solo per l’11%. Da ciò si evince che sono stati prevalentemente i pazienti a lamentare sinistri, e non gli operatori sanitari.
Osserviamo che su 100 sinistri denunciati, 42 riguardano casi mortali. Nonostante la percentuale elevata, di maggior peso sono stati però i danni considerati “lievi” (44%).
A subire maggiori richieste di risarcimento sono state le strutture pubbliche, per l’80% del totale. Un dato piuttosto naturale, considerando l’enorme pressione – soprattutto nei primi mesi della pandemia – a cui sono state sottoposte.
Un quarto dei sinistri denunciati, il 24%, è stato chiuso senza seguito. Di questi, ben il 61% entro tre mesi dalla denuncia. Un dato importante, che fa immaginare come una percentuale non esigua delle pratiche di risarcimento sia stata impostata senza un reale approfondimento dei nessi causali sottostanti il danno. La parte rimanente delle pratiche, com’è intuibile, è ancora in via di definizione. Di queste, solo il 9% risulta di natura penale.
Interessante la comparazione fra le ondate pandemiche e il numero di richieste di risarcimento. Le ondate Covid-19, ricordiamo, sono state sinora quattro:
Se analizziamo il numero di sinistri per ondata possiamo osservare come ci sia stata una impennata durante la seconda (+51%) e, successivamente, una repentina decrescita di casi denunciati nelle successive due (rispettivamente: -33% e -83%). Ciò è probabilmente dovuto a due fattori interconnessi: il progressivo consolidamento della campagna vaccinale e il conseguente minor numero oggettivo di casi Covid-19 sintomatici ospedalizzati.
Nonostante il Nord Italia sia stata obiettivamente la zona più colpita dalla pandemia, essa ha generato solamente il 38% delle denunce. E’ invece il sud del paese a guidare la classifica con oltre il 50% dei casi denunciati. Se distinguiamo i terzi danneggiati per genere, osserviamo invece un certo equilibrio nei numeri: 278 uomini contro 261 donne denuncianti. La fascia di età che ha maggiormente adito le vie legali contro le strutture sanitarie è quella dei 51-60 anni, seguita dai 41-50 anni, nonostante i decessi da Covid-19, come è noto, abbiano prevalentemente coinvolto la fascia da 71 a 90 anni.
RC Professionale dei medici
Nonostante le richieste di risarcimento abbiano coinvolto prevalentemente le strutture sanitarie, è certamente opportuno tutelarsi bene, come professionisti, con una buona copertura di RC Professionale. A tal proposito val la pena rivolgersi a professionisti del settore estremamente qualificati, come lo staff di SanitAssicura.
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