di Francesco Minelli, Psicologo/Psicoterapeuta
Come ben sappiamo, il 30 gennaio 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’epidemia di Covid-19 un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale.
Secondo un nuovo sondaggio dell’OMS, la pandemia ha bloccato o reso meno efficienti i servizi di salute mentale nel 93% dei Paesi nel mondo e al contempo ne ha aumentato considerevolmente la domanda. Questo sondaggio effettuato in 130 Paesi fornisce i primi dati globali che mostrano l’impatto devastante del Covid-19 sull’accesso ai servizi di salute mentale e sottolinea l’urgente necessità di maggiori finanziamenti.
I risultati di uno studio italiano effettuato dall’Università dell’Aquila e dall’Università La Sapienza di Roma evidenziano alcuni dati importanti.
Le pandemie e le epidemie sono sempre state una parte essenziale della storia dell’uomo e, solo nell’ultimo secolo, l’influenza spagnola (1918-20), l’Asiatica (1956-57), la SARS (2002-2003) e l’Ebola (2013-14) hanno colpito persone in tutto il mondo.
Sono state effettuate molte ricerche con l’obiettivo di valutare i sintomi psicologici derivanti da queste e altre epidemie/pandemie.
La letteratura suggerisce che le misure restrittive (come la quarantena, l’isolamento e il distanziamento sociale) hanno un impatto sul benessere psicologico e sulle reazioni emotive alla pandemia stessa.
Le reazioni psicologiche includono comportamenti disadattivi, stress emotivo e risposte difensive: ansia, paura, frustrazione, solitudine, confusione, rabbia, noia, stati depressivi, stress, comportamenti di evitamento.
È stata identificata, inoltre, una sindrome peculiare chiamata “Headline Stress Disorder”: è caratterizzata da un’elevata risposta emotiva (come stress e ansia) alle continue notizie fornite dai media, con sintomi fisici quali palpitazioni e insonnia.
Prima di tutto, la pandemia ha incrementato la richiesta di servizi di salute mentale. Lutti, isolamento, difficoltà economiche e paura stanno innescando sintomi psicologici significativi o stanno peggiorando condizioni già esistenti.
È stato dimostrato l’aumento di comportamenti come l’uso di alcol e droghe e di sintomi quali ansia e insonnia. Popolazioni specifiche come gli anziani, i bambini e le professioni d’aiuto mostrano diversi livelli di disagio psicologico e di sintomi psicopatologici.
Nella popolazione generale sono state stata identificate varie risposte psicologiche negative: oltre all’ansia, alla depressione e agli alti livelli di stress sono state individuate anche insonnia, risentimento, preoccupazioni riguardo la propria salute e quella dei propri cari, sensibilità ai rischi sociali, insoddisfazione nella vita, fobie, evitamento, comportamenti compulsivi, sintomi fisici e compromissione del funzionamento sociale.
I livelli di stress, ansia e depressione variavano da lievi a moderati-gravi.
I risultati hanno mostrato, ad eccezione del livello di istruzione, che i giovani adulti (di età compresa tra 18 e 40 anni) e il genere femminile hanno subito un forte impatto negativo.
I risultati hanno mostrato che gli operatori sanitari hanno espresso sostanziali esiti negativi sulla salute mentale, inclusi sintomi legati allo stress, depressione, ansia e insonnia. Il tasso di depressione è stato del 50%, il tasso di ansia variava dal 23% al 44%, il tasso di insonnia è stato del 34% e il tasso di stress variava dal 27% al 71%.
I risultati suggeriscono che l’impatto psicologico sui pazienti con Covid-19 è rilevante: il 96% dei pazienti clinicamente stabili ha riportato sintomi significativi di stress post-traumatico prima della dimissione, i quali hanno probabilmente portato a una qualità della vita e a prestazioni lavorative inferiori.
Quasi il 50% delle persone con diagnosi di Covid-19 ha presentato sintomi depressivi, oltre il 55% ansia e quasi il 70% sintomi somatici.
La prevalenza dei sintomi depressivi è stata significativamente più alta nelle persone con Covid-19 (64%) rispetto alle persone non affette (35%).
Nel loro insieme, le prove accumulate finora confermano che la pandemia Covid-19 in corso sta avendo un enorme impatto psicologico sugli individui.
Le persone hanno sperimentato e sperimentano notevoli disagi psicologici in termini di ansia, depressione e sintomi post-traumatici.
Alcune categorie, come gli operatori sanitari e i pazienti affetti da Covid, sembrano essere particolarmente vulnerabili.
Il genere femminile e i giovani adulti sembrano essere a maggior rischio.
Questi risultati supportano l’idea che gli interventi di salute mentale dovrebbero essere integrati formalmente nella preparazione della salute pubblica e nei piani di risposta alle emergenze.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato