Il Gruppo Identità e Democrazia al Parlamento Ue critica l’operato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e con un’interrogazione sia al Consiglio sia alla Commissione chiede «se esista la possibilità per gli Stati membri di chiedere i danni all’OMS, a seguito delle sue carenze colpose»
«L’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità, continua nella sua scriteriata gestione della pandemia. Adesso per ‘liberare’ i pazienti positivi al Covid-19 non sarà più necessario il doppio tampone negativo. Si tratta, a quanto pare, di indicazioni che i singoli Paesi potranno adottare o meno in modo autonomo. L’operato dell’OMS rimane poco trasparente e scarsamente credibile. Per questo il Gruppo europeo Identità e Democrazia ha presentato un’interrogazione sia al Consiglio sia alla Commissione per sapere se esista la possibilità per gli Stati membri di chiedere i danni all’OMS, a seguito delle sue carenze colpose. Allo stesso tempo, auspichiamo le dimissioni dell’attuale direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Gebreyesus, inadeguato nel suo ruolo e criticato già quando era ministro della Salute dell’Etiopia, anche per i legami politici ed economici instaurati con la Cina». È quanto dichiara l’europarlamentare della Lega Luisa Regimenti (Gruppo Identità e Democrazia), che aggiunge: «Alla Commissione chiediamo inoltre se intende rivalutare l’opportunità del contributo finanziario dell’Unione europea all’OMS».
«La crisi dell’OMS è radicata nel tempo. Nel 2010 ammise le proprie carenze nella gestione dell’influenza H1N1, con un allarmismo eccessivo che portò all’accumulo di vaccini inutilizzati, mentre nel 2015 riconobbe i propri colpevoli ritardi quando scoppiò l’epidemia di ebola in Guinea, Liberia e Sierra Leone».
«Ora – afferma l’esponente leghista – con il Covid-19 si è passati dalla sottovalutazione della contagiosità ad azioni intempestive nel decretare l’emergenza globale, fino alle valutazioni contraddittorie sull’uso di mascherine e guanti. Infine, l’accondiscendenza verso il governo cinese, nonostante le sue responsabilità nella diffusione del contagio. Una conferma – conclude – dell’inutilità di questa organizzazione».