In una lettera indirizzata agli iscritti della Società italiana di medicina diagnostica e terapeutica, Monti sottolinea: «È importante che i colleghi si informino esclusivamente attraverso i canali istituzionali»
Il vicepresidente Nazionale della SIMEDET, Società italiana di medicina diagnostica e terapeutica, Manuel Monti, dirigente medico dell’USL Umbria 1 e, tra le altre cose, responsabile della “Gestione nella pianificazione della macroemergenza”, ha voluto mandare un messaggio ai soci con importanti raccomandazioni sull’emergenza coronavirus. Ecco il testo:
«Carissimi colleghi, in questo momento ci troviamo ad affrontare probabilmente uno dei più importanti e difficili eventi della nostra carriera professionale.
Siamo professionisti sanitari ma anche genitori figli mariti mogli e nipoti. In questo momento stiamo ricevendo da vari fronti notizie spesso contraddittorie e siamo preoccupati, ma è normale.
Abbiamo a che fare con un virus ad RNA con una forte propensione a mutare ed adattarsi. L’origine è sicuramente animale ed il pipistrello è la specie serbatoio più probabile (alberga numerosi betacoronavirus fra cui quello da cui ha originato il virus della SARS). È probabile che sia passato all’uomo già da un po’ di tempo e si sia adattato proprio attraverso le mutazioni, ad essere trasmesso nel circuito interumano. Il salto di specie garantisce ad un nuovo virus un notevole vantaggio verso la popolazione suscettibile.
Vi sarete accorti che non tutti i virologi che quotidianamente affollano le trasmissioni televisive la pensano allo stesso modo. Questo è assolutamente normale (la scienza è democratica fra gli scienziati e sensibilità e approcci diversi sono il sale del dibattito scientifico). Il principio di precauzione, se applicato bene, non sarà mai apprezzato abbastanza, se il problema sanitario poi non si verifica. Mentre una sottovalutazione del pericolo potrebbe avere gravi conseguenze. La difficoltà di prendere la giusta decisione è un sottile filo che lega questi due estremi.
Diventa fondamentale, soprattutto per noi, informarci attraverso i canali istituzionali dove vengono fornite informazioni che trovano il loro fondamento nelle conoscenze scientifiche e dalle discussioni scaturite tra i maggiori esperti italiani e mondiali. Per tale motivo mi appello affinché utilizzate per recepire informazioni solo i canali istituzionali come il sito del Ministero della salute, della Usl di appartenenza o dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Dobbiamo continuare a svolgere il nostro lavoro in sicurezza (prima di tutto) ma anche sapendo che i pazienti, i familiari, i cittadini ci guardano e ripongono, in questo periodo ancora con più forza, tutte le speranze e la fiducia verso noi operatori del Servizio Sanitario Nazionale. Non dobbiamo né possiamo deluderli! Famiglie e malati hanno necessità di essere oggi ancor più tutelati non solo sul piano clinico, ma anche su quello emotivo e organizzativo. Non vanno esposti a rischi, che per loro sarebbero più rilevanti di una persona sana, ma vanno anche rassicurati in maniera consapevole e garantiti nell’approccio con le strutture sanitarie.
La letteratura recente suggerisce che la diffusione del SARS-CoV-2 potrebbe ancora crescere e che i sistemi sanitari in tutto il mondo saranno ancor di più messi a dura prova. In questo contesto, tutti noi siamo inevitabilmente coinvolti nell’affrontare le conseguenze dell’epidemia di SARS-CoV-2. Tutti noi membri del Servizio Sanitario Nazionale, insieme alle autorità sanitarie pubbliche, abbiamo appena iniziato a combattere una battaglia che vinceremo. Buon lavoro a tutti!»