«Alla mia ennesima richiesta di chiarimenti, gli uffici del MEF hanno risposto che stanno attendendo da ottobre 2020 precisazioni dal Ministero della Salute, e che i dipartimenti interessati non hanno fornito riscontro alle richieste della Ragioneria» spiega la deputata e medico Leda Volpi
«Approvato all’unanimità alla Camera dei deputati il 30 luglio 2019, il DDL 1441 avrebbe lo scopo di diffondere l’uso dei defibrillatori e salvare tante vite umane. Perché uso il condizionale? Semplice: perché alla proposta di legge, volta a cardioproteggere l’Italia installando defibrillatori automatici e semiautomatici in tutti i luoghi di interesse pubblico e sociale, manca purtroppo ancora un solo passaggio al Senato. Questo quando non solo la carenza di defibrillatori è stata denunciata dai medici di base della Liguria (che già da questa settimana avranno un ruolo fondamentale nella campagna di vaccinazioni), ma anche e soprattutto a fronte di numeri allarmanti: ogni anno in Italia sono ben 60.000 gli arresti cardiaci improvvisi in ambiente extra-ospedaliero».
Lo dichiara la deputata Leda Volpi, che poi spiega: «Sicuramente la mancanza di un “kit gestione emergenza” (ossigeno, adrenalina e, appunto, defibrillatori) negli ambulatori dei medici di famiglia non dipende solo dal DDL che si è arenato in Senato, ma certamente questo mette in luce un’emergenza che continua a non essere affrontata, con gravi rischi per la salute pubblica. Si stima infatti che il tasso di sopravvivenza a un arresto cardiaco in ambiente extra-ospedaliero potrebbe alzarsi fino al 40% se chiunque potesse reperire e utilizzare un defibrillatore in caso dj necessità. migliaia di vite potrebbero essere salvate ogni anno».
«Con questa legge – continua -, scritta in collaborazione con Daniela Aschieri, dirigente medico dell’ASL di Piacenza, direttore di Cardiologia e riabilitazione cardiologica dell’ospedale di Castel San Giovanni e presidente del “Progetto Vita”, l’Italia adotterebbe misure concrete in materia di cardioprotezione. La legge approvata estenderebbe infatti l’utilizzo dei defibrillatori a chiunque si trovi in necessità e ne favorirebbe la diffusione sul territorio, soprattutto negli ambienti ad alta frequentazione come scuole, università, uffici pubblici, centri commerciali, alberghi, ristoranti, discoteche, palestre e centri sportivi, aziende con più di quindici dipendenti, stazioni ferroviarie, marittime e aeroportuali, nonché sugli stessi mezzi di trasporto ferroviari, marittimi e aerei».
«Il motivo addotto dal Senato per questa lentezza sarebbe una richiesta di ulteriore parere al ministero dell’Economia (ne era già stato redatto uno nel 2019 durante il passaggio alla Camera). Tuttavia, alla mia ennesima richiesta di chiarimenti, gli uffici del MEF hanno risposto che stanno attendendo da ottobre 2020 precisazioni dal Ministero della Salute, e che i dipartimenti interessati non hanno fornito riscontro alle richieste della Ragioneria, nonostante i solleciti. Auspico che si arrivi quanto prima a un deciso cambio di marcia per un traguardo così importante di salute pubblica: salvare vite!», conclude Volpi.