«Tra i compiti principali dell’Ordine dei medici di Roma c’è quello della formazione dei suoi iscritti ma anche di quelli che non hanno sede nella Capitale, di altre città o di Nazioni più disagiate, soprattutto se spinti da spirito di solidarietà. Quindi l’Ordine plaude a questa iniziativa». Così Stefano De Lillo, vicepresidente dell’Omceo Roma, in […]
«Tra i compiti principali dell’Ordine dei medici di Roma c’è quello della formazione dei suoi iscritti ma anche di quelli che non hanno sede nella Capitale, di altre città o di Nazioni più disagiate, soprattutto se spinti da spirito di solidarietà. Quindi l’Ordine plaude a questa iniziativa». Così Stefano De Lillo, vicepresidente dell’Omceo Roma, in occasione della web conference “Formazione e chirurgia a distanza. La nuova frontiera della cooperazione Sanitaria”, organizzata a Roma da Emergenza Sorrisi, con il contributo di Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs.
L’evento è stato patrocinato da Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma Capitale, dallo stesso Ordine provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, dall’Unione Medica Euro Mediterranea e Amsi (Associazione medici di origine straniera) in Italia. «Oltretutto recentemente – ha ricordato De Lillo – al nostro interno è stata formata la Commissione sanità digitale, di cui ho invitato a far parte Fabio Massimo Abenavoli, presidente e fondatore della Ong Emergenza Sorrisi, per far sì che queste tecniche di formazione solidale a distanza prendano sempre più spazio nell’ambito dell’attività dell’Ordine».
Durante il workshop è stato attivato anche un collegamento in videochirurgia con la sala operatoria del dottor Aws Adel Al Hussona, direttore dell’Habobbi Hospital di Nassirya (in Iraq), che ha eseguito in diretta un intervento chirurgico per il trattamento delle malformazioni facciali utilizzando la videocamera chirurgica. «Emergenza Sorrisi – ha proseguito De Lillo – si propone di intervenire curando pazienti che provengono da aree disagiate e anche di formare i medici non solo a Roma ma anche in zone lontane. Trovo che si tratti di una forma di solidarietà molto moderna e pragmatica, che permette di risparmiare risorse, tempo e viaggi».
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