«Inaspettatamente e incomprensibilmente, il decreto bollinato prevede, invece, un limite al contributo una tantum per le strutture di diritto privato pari allo 0,8 del tetto di spesa assegnato per l’anno 2022» denuncia la presidente AIOP Barbara Cittadini
«Le risorse stanziate con il Dl Aiuti-ter sono assolutamente insufficienti e penalizzano in maniera significativa le strutture di diritto privato del Servizio Sanitario Nazionale». Così la presidente di Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata, Barbara Cittadini.
«Il testo, nella versione oggetto di confronto istituzionale, diffusa anche dagli organi di stampa, prevedeva un contributo una tantum per le nostre strutture in proporzione al costo sostenuto nel 2022 per energia elettrica e gas. Inaspettatamente e incomprensibilmente, il decreto bollinato prevede, invece, un limite al contributo una tantum per le strutture di diritto privato pari allo 0,8 del tetto di spesa assegnato per l’anno 2022. Non possiamo non contestare questo ulteriore “tetto” che discrimina, una volta ancora, le strutture di diritto privato del SSN, che al pari di quelle di diritto pubblico erogano prestazioni per i cittadini, e rende drammaticamente insufficienti gli aiuti concessi in un periodo di grande difficoltà, vanificando un riconoscimento che diventa teorico».
«Con questa limitazione – prosegue – il contributo è irrisorio perché copre solo una parte veramente esigua dei rincari che le strutture stanno affrontando ormai da mesi. Il rischio, infatti, potrebbe essere quello di non poter garantire le prestazioni e i servizi per la popolazione che, già adesso, riesce con difficoltà a fruire del proprio diritto alla salute a causa delle lunghissime liste d’attesa. L’apertura da parte del Governo, che con il Dl Aiuti-ter – spiega la presidente nazionale di Aiop – riconosce finalmente ad entrambe le componenti del SSN, a prescindere dalla loro natura giuridica, il diritto di accedere alle risorse destinate a fronteggiare i rincari, è senz’altro un importante segno di attenzione, ma non basta».
«È una situazione drammatica, che aggrava la condizione nella quale si trovano le strutture per quanto hanno dovuto affrontare nei due anni di emergenza pandemica, durante la quale abbiamo lavorato alacremente, in sinergia con la componente di diritto pubblico, per garantire il diritto alla salute a tutta la popolazione» conclude Cittadini.