Il Senatore Cinque Stelle Gaspare Marinello è il promotore di un ddl per l’inserimento della figura dell’infermiere di famiglia nel SSN: «Proprio l’emergenza da Covid19 ha messo in luce, ancora più chiaramente, l’importanza che riveste nel Servizio sanitario nazionale la medicina territoriale»
«Grazie al Decreto Rilancio arriva un importantissimo riconoscimento per la medicina territoriale e quindi per la figura dell’infermiere di famiglia. Sono previste, infatti, 9.600 assunzioni di infermieri e la creazione, appunto, dell’infermiere di famiglia o di prossimità». Lo scrive, in un post su Facebook, il senatore del MoVimento 5 Stelle Gaspare Marinello, componente della Commissione Igiene e Sanità.
«Proprio l’emergenza da Covid19 – spiega – ha messo in luce, ancora più chiaramente, l’importanza che riveste nel Servizio sanitario nazionale la medicina territoriale: le misure di distanziamento sociale e di isolamento domiciliare hanno determinato e continueranno a determinare la necessità di implementare e indirizzare le azioni terapeutiche e assistenziali sempre più a livello domiciliare, per decongestionare le strutture ospedaliere e favorirne un deflusso monitorato. Il concetto di attività ospedale-centrica che c’è stata fino a prima dell’emergenza da Covid-19 deve cambiare, è giunto il momento di cambiare questo paradigma a favore dell’assistenza domiciliare».
Ricordo, conclude, «che proprio sull’istituzione dell’infermiere di famiglia ho presentato un ddl, in discussione in Commissione Igiene e Sanità del Senato, che prevede l’inserimento di una nuova figura all’interno del nostro sistema sanitario nazionale: il responsabile delle cure domiciliari. Una figura che va ad unirsi al medico di famiglia e al pediatra, il primo avamposto del Snn per fare in modo che molti pazienti possano esser gestiti a domicilio dal medico curante e dall’infermiere di famiglia senza la necessità di rivolgersi in ospedale, anche con l’ausilio della telemedicina (SpO2 periferica, Ecg/frequenza cardiaca). Un modo per razionalizzare l’uso dei posti letto negli ospedali da impiegare soltanto per quei pazienti che non possono essere curati a casa».