La Vice Presidente della Commissione Affari Sociali promuove i fondi stanziati per la sanità ma ora auspica una strategia di rilancio: «Serve un programma serio di investimenti sulla ricerca, a sostegno della medicina del territorio oltre alla realizzazione di una rete che renda più facile il dialogo tra le numerose eccellenze di cui disponiamo»
«Senza un piano shock per i cantieri e per consolidare il Servizio sanitario nazionale le misure del ‘Decreto rilancio’ rischiano di avere il fiato corto. L’Italia può ripartire in piena sicurezza riattivando migliaia di cantieri e opere strategiche che possono dare una risposta concreta in termini occupazionali e di rilancio dell’economia reale. Al tempo stesso non dobbiamo dimenticare che l’ondata del Covid19 che si è battuta sul nostro sistema sanitario nazionale è stata fronteggiata con straordinario impegno, sacrificio e professionalità da parte degli operatori sanitari, ma adesso bisogna consolidare i risultati ottenuti e intervenire laddove si sono registrate difficoltà. Bene i 3 miliardi messi in campo dal governo ma serve un ulteriore sforzo per colmare i vuoti in organico registrati in diverse regioni, per ridurre le inaccettabili iniquità emerse sul piano tecnologico e logistico e per realizzare un ‘big data’ sanitario che sia in grado di mettere in rete tutti i protagonisti della sanità pubblica e privata per essere pronti ad affrontare nuove emergenze e per offrire un sistema ancora più efficiente agli italiani». Lo ha dichiarato Michela Rostan, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera.
«Sono tanti i risultati positivi ottenuti grazie all’impegno della rappresentanza governativa di Italia Viva. Dalla regolarizzazione di braccianti e badanti, un vero colpo alle mafie e al caporalato, alle misure per la famiglia con l’estensione dei congedi parentali, i fondi per i centri estivi e il raddoppio del bonus babysitter. Ma per quanto riguarda la sanità non è più sufficiente giocare in difesa – ha proseguito Rostan – e bisogna passare a una strategia di rilancio che consenta di fare un ulteriore salto di qualità. Serve un programma serio di investimenti sulla ricerca, a sostegno della medicina del territorio oltre alla realizzazione di una rete che renda più facile il dialogo tra le numerose eccellenze di cui disponiamo. E parlo non solo del settore medico, ma anche di quello farmaceutico e ingegneristico. L’emergenza ci ha dimostrato che si può fare. Facciamo sì che possa essere una prassi da oggi in poi».