di Roberto Carlo Rossi Presidente Omceo Milano
Gentile Direttore,
aboliamo l’IVA sui corsi ECM e su tutto ciò che attiene alla formazione del personale sanitario post-laurea! Questa è la proposta che metterò all’attenzione del Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici di Milano, insieme al Vicepresidente dell’Ente Andrea Senna, con il quale l’ho elaborata. Non deve stupire questa presa di posizione dell’Ordine di Milano, che si occupa in via diretta di formazione già da ben sei lustri e, da pochi giorni, è diventato provider FAD concludendo il relativo lungo e complesso iter presso AGENAS per poter svolgere corsi online asincroni (e cioè non solo webinar, ma anche, appunto, FAD tradizionale).
Si tratta quindi di materie che stanno a cuore all’Ente meneghino già da molto tempo, poiché sono e siamo convinti del fatto che fornire (gratuitamente) un aggiornamento di qualità agli iscritti sia una delle principali mission ordinistiche. Naturalmente, sono anche ben consapevole che il Consiglio di un Ordine non può che fare una proposta, che dovrà poi essere raccolta, formalizzata e condivisa dal Governo e dal Parlamento. Sono anche ben consapevole che una simile normativa potrebbe portare una diminuzione di gettito per l’Erario. Tuttavia, il settore se ne avvantaggerebbe e verrebbe favorita quella ripartenza che tutti auspichiamo e che sarebbe benefica anche per le casse dello Stato. Infatti, è noto che, prima della pandemia, una certa percentuale di medici e odontoiatri non erano in regola con i crediti ECM per i trienni 2014–2016 e 2017–2019.
Le normative e il Codice di Deontologia Medica impongono di aggiornarsi. Io, personalmente, credo più a un sistema premiante che a sanzioni per i professionisti che non sono “certificabili” dal punto di vista dell’aggiornamento. Ovverosia, credo sarebbe più utile premiare i Colleghi che hanno assolto il debito formativo, senza sottoporre nessuno a sanzioni. Tuttavia, una nota della FNOMCeO (la numero 185 del 24 settembre 2021) ci ricorda, con ragione, che la data del 31 dicembre 2021 è il termine ultimo per procedere, da parte di medici e odontoiatri, “ad alcuni importanti adempimenti relativi al conseguimento dell’obbligo formativo ECM per i trienni 2014–2016 e 2017–2019. Come stabilito al par. 3.7 del “Manuale sulla formazione continua del professionista sanitario”, è stato consentito di completare il conseguimento dei crediti formativi relativi al triennio 2014–2016 con crediti ECM conseguiti entro il 31/12/2019, nella misura massima del cento per cento del proprio obbligo formativo, al netto di esoneri, esenzioni ed eventuali altre riduzioni.
Lo spostamento di tali crediti può essere esercitato autonomamente dal professionista, entro e non oltre la data del 31/12/2021”. “Sempre entro la data del 31/12/2021 è altresì prevista la facoltà di recuperare e spostare, con le medesime modalità, eventuali crediti non acquisiti nel triennio 2017-2019”. Abbiamo poi letto le recenti dichiarazioni di Pierpaolo Sileri, Sottosegretario alla Salute: “dal 2022 partiranno controlli e sanzioni, che spettano agli Ordini”.
Sileri ricorda, quindi, anche lui con ragione, che il mancato aggiornamento potrebbe malauguratamente portare anche a sanzioni ordinistiche, poiché si configurerebbe una violazione degli obblighi deontologici. Senza contare che le compagnie con le quali si stipulano le assicurazioni sulla RC professionale potrebbero non coprire l’errore del medico non in regola con l’assolvimento del debito formativo. Orbene, siamo tutti consapevoli che la Medicina fa continuamente passi avanti e il cittadino ha il diritto di ricevere cure da parte di operatori sanitari aggiornati il più possibile sulle nuove evidenze scientifiche e tecniche operative. Questo anche per assolvere appieno il dettato dell’articolo 32 della Costituzione. D’altra parte, è un fatto che i corsi di aggiornamento professionale hanno spesso un costo considerevole, che molte volte va a ricadere proprio sul Sanitario, giovane e meno giovane, che, con responsabilità, vuole mantenersi aggiornato e acquisire nuove tecniche.
Ecco perché, mentre da un lato sono favorevole, pur con qualche distinguo, all’obbligo di aggiornarsi, dall’altro chiedo a gran voce che lo Stato si faccia parte attiva, come detto, acciocché l’IVA venga tolta da ogni corso ECM e professionalizzante in ambito sanitario.
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