Contributi e Opinioni 16 Settembre 2019 12:54

Elezioni in Israele, Foad Aodi (Co-mai): «Rischio poca partecipazione, arabi vadano a votare. Italia promuova ospedali in Palestina»

«Un’atmosfera molto pesante e piena di paura e incertezze quella che si respira in Israele sia tra tanti ebrei che arabi del ‘48 molto delusi dagli scarsi risultati che arrivano dalla politica a favore della convivenza, occupazione, i diritti dei cittadini e il processo di pace – sottolinea Foad Aodi, fondatore delle comunità del mondo arabo […]

«Un’atmosfera molto pesante e piena di paura e incertezze quella che si respira in Israele sia tra tanti ebrei che arabi del ‘48 molto delusi dagli scarsi risultati che arrivano dalla politica a favore della convivenza, occupazione, i diritti dei cittadini e il processo di pace – sottolinea Foad Aodi, fondatore delle comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) e dell’Unione internazionale degli arabi del ‘48 -. Auspico che tutti gli arabi del ‘48 vadano a votare per poter eleggere più deputati e così con più voce, unità e determinazione possono partecipare all’attività politica in Israele difendendo i diritti dei palestinesi senza rimanere a casa accusando la politica e gli ex deputati arabi di incapacità politica e sono lontani dalla popolazione».

«La questione palestinese è la madre di tutte le battaglie e da anni si parla ma senza mai vedere risultati concreti a favore di un processo di pace e di due stati e due popoli – continua Aodi -. Più passa il tempo senza risolvere la questione palestinese più aumenta l’odio e gli scontri tra i cittadini sul territorio israeliano e aumenta la sofferenza del popolo palestinese compresi bambini, donne a Gaza e in Cisgiordania».

Infine Aodi fa un appello al nuovo Governo Italiano chiedendo di mettere nell’agenda politica la promozione di un incontro tra palestinesi e israeliani per riprendere il processo di pace «perso per strada per colpa delle diplomazie internazionali ed i muri contro il popolo palestinese e di aprire un corridoio umanitario a favore della popolazione palestinese e gli ospedali dove mancano medici e materiali salva vita».

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