di Livia Carullo, Infermiera
Sono Livia Carullo, neo laureata in infermieristica. Per la mia tesi di laurea sperimentale ho somministrato a 500 infermieri un questionario sull’importanza della comunicazione durante il processo terapeutico e ho rivolto uno sguardo più attento alle caratteristiche di dialogo con la famiglia del paziente.
Sappiamo tutti molto bene che la famiglia, per un paziente che viene portato in ospedale, diviene un punto d’incontro tra il malato e il personale sanitario: si crea, quindi, una triade imprescindibile per il benessere e la guarigione dell’ammalato.
Ma sappiamo, anche, che durante l’emergenza Covid-19, sono cambiate le regole in tutte le strutture sanitarie: visite ridotte, accesso ad un solo familiare e contatti telefonici, tra l’altro non sempre possibili, per comunicare le condizioni di salute del paziente.
Ma la famiglia come ha reagito? Si è adeguata a tali modifiche?
L’80% degli infermieri intervistati afferma che questo nuovo metodo di comunicazione non è stato accettato dalle famiglie dei pazienti, ma il 70% di essi afferma di essere riuscito, comunque, a comunicare in maniera efficace. Dobbiamo tener presente che i compiti dell’infermiere hanno di gran lunga superato i tempi del “mansionario” e un ruolo importante l’ha avuto l’approccio comunicativo con l’utente e la famiglia.
Come riporta lo studio, nonostante l’ostacolo posto dai congiunti, la professionalità emerge, anche, nel riuscire ad esprimere in maniera efficace ciò che si intende trasmettere ponendo le basi della comunicazione sull’empatia, capacità, cioè, di immedesimarsi e comprendere cosa prova quel familiare che rischia di non riuscire più ad abbracciare il suo caro, ma neanche ad incrociare un semplice sguardo. Bisogna rispettare e ricreare lo spazio relazionale dove si raccolgono tutte le paure, le angosce e le ansie che si vanno a creare attimo dopo attimo.
La lontananza di una persona cara lascia un vuoto incolmabile, ma il sentirsi inermi di fronte ad una malattia fa saltare completamente gli equilibri; trovare una parola adeguata da parte di operatori sanitari, dare e trasmettere, anche solo attraverso una cornetta telefonica, un sollievo in queste persone che si sincerano, almeno, di avere affidato il proprio familiare alle persone giuste. Questo percorso stabilisce, da parte del paziente, una maggiore Compliance ed Adherence, con una progressiva spinta verso la volontà di reagire; l’infermiere non deve dimenticare mai per se stesso e per gli altri che la triade, intrisa di umanità, professionalità e sentimenti, è indispensabile per accompagnare il paziente nel processo di guarigione.
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