L’atteggiamento che i professionisti della sanità hanno nei confronti della trasformazione digitale è estremamente discordante: «C’è chi la subisce, chi la considera una perdita di tempo, chi ha un atteggiamento rassegnato consapevole della fatica di rincorrere un mondo che corre veloce, c’è chi sa che il suo impatto è destinato a ridefinire il proprio modo […]
L’atteggiamento che i professionisti della sanità hanno nei confronti della trasformazione digitale è estremamente discordante: «C’è chi la subisce, chi la considera una perdita di tempo, chi ha un atteggiamento rassegnato consapevole della fatica di rincorrere un mondo che corre veloce, c’è chi sa che il suo impatto è destinato a ridefinire il proprio modo di lavorare e chi invece ne comprende le molteplici opportunità e ne diventa un appassionato sostenitore – introduce Edoardo Guastamacchia, Presidente dell’Associazione Medici Endocrinologi (AME) -. Nella realtà si tratta di un cambiamento culturale, sentire la digital transformation alleata, possibilmente amica, consente di fare un’esperienza impegnativa, capace di portare qualità e innovazione nella sanità, senza i timori di qualche tempo fa».
«In questo contesto non aiuta invece la dicotomia tra ciò che succede nella vita reale – e nella relazione quotidiana tra medici e pazienti i cambiamenti avanzano in modo dirompente – e quello che succede nelle organizzazioni sanitarie, in cui il cambiamento è molto più lento e, chi governa le organizzazioni sanitarie (aziende, istituti, ecc.) ha come priorità la messa in sicurezza del proprio sistema organizzativo (es. GDPR compliance) ma non quello dei professionisti» conclude il Presidente.
L’Associazione degli Endocrinologi è da tempo impegnata nel guidare la crescita culturale dei professionisti e delle organizzazioni dedicate all’assistenza endocrinologica, ed è questa visione che recentemente l’ha portata ad esplorare la potenzialità dell’innovazione digitale in sanità e a sviluppare un progetto di ricerca di soluzioni digitali in ambito assistenziale, che risponda alla necessità di professionalizzare molte delle attività che il medico svolge a favore dei pazienti con l’obiettivo di migliorarne l’interazione nel rispetto delle disposizioni di sicurezza (cybersecurity) e di protezione dati (GDPR).
«Con questo obiettivo – prosegue Daniela Agrimi, Responsabile Sanità Digitale AME – nel giugno 2018 è stata avviata una collaborazione con Welcomedicine per realizzare un ‘Ambulatorio Virtuale per l’Endocrinologia’. Lavorare con una start-up che guarda al futuro anteriore è stata una stimolante esperienza di co-costruzione di processi di cura innovativi».
L’Ambulatorio Virtuale consiste in una piattaforma web di telemedicina che abilita i pazienti alla fruizione, e i professionisti all’erogazione, di una serie di servizi di telemedicina, a partire dalla televisita, in un ambiente di lavoro confortevole in termini di sicurezza informatica, qualità delle tecnologie e delle certificazioni adottate (firma elettronica avanzata; conformità dell’intera piattaforma alle norme sulla protezione dei dati, GDPR, trasmissione e visualizzazione delle immagini in formato DICOM, web DICOM viewer di Neologica, un servizio di video-visita certificato).
Lo scorso novembre il progetto è stato presentato ufficialmente durante il 17° Congresso Nazionale AME e, dall’attivazione della piattaforma, si contano ad oggi 120 utenti clinici, 1.200 utenti pazienti e 1.500 consulti effettuati. ‘Ambulatorio Virtuale per l’Endocrinologia’ è entrato nella rosa dei finalisti del premio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico milanese nella sezione “Supporto ai processi clinici e assistenziali”.
Per contestualizzare meglio il laboratorio virtuale bisogna considerare che il SSN non presenta – ad oggi sia a livello nazionale che regionale – criteri di accreditamento e tariffazione dei servizi di telemedicina, mentre è avanzato, come sappiamo, l’impiego di strumenti di comunicazione (whatsapp, mail) non destinati e adeguati alla comunicazione medico-paziente secondo le norme di sicurezza e protezione dei dati. Inoltre, si discute con quale metrica misurare l’esperienza degli utilizzatori (professionisti/operatori sanitari/pazienti/caregiver) e il valore aggiunto dell’Information and Communications Technology (ICT) nel processo di cura.
AME è certa dei benefici che possono derivare dall’impiego del laboratorio virtuale innanzi tutto in termini di vantaggi per il paziente nel poter avere un’interazione flessibile, veloce ed efficace con il clinico. Per quanto riguarda il medico i vantaggi sono quelli di poter offrire uno strumento che permetta di professionalizzare e organizzare in maniera trasparente le attività, nonché la crescita delle competenze digitali attraverso il networking e la diffusione di conoscenza. L’esperienza dell’ambulatorio virtuale è appena iniziata, non è stato un esercizio di stile ma è un processo che va implementato, guidato e misurato. AME è la prima società scientifica che vince un premio Innovazione Digitale in Sanità dell’Osservatorio del Politecnico di Milano in quindici anni di vita dall’istituzione di tale riconoscimento.
«Il progetto – spiega Vincenzo Toscano, Past-President AME – prevede un ulteriore passo avanti rappresentato dall’adozione e l’applicazione di tecnologie di Intelligenza Artificiale, con l’obiettivo di integrare il setting assistenziale virtuale con il capitale di conoscenza di Endowiki: una Wikipedia multimediale di tutto il sapere endocrinologico in continua revisione e aggiornamento secondo le linee-guida e i più importanti uptodate che l’Associazione degli endocrinologi ha ideato e realizzato già dal 2015».
«L’obiettivo – conclude Toscano – è inserire notifiche nel normale flusso dei contenuti che transitano attraverso la piattaforma con il vantaggio di fornire al clinico nella fase di consulto un supporto alle decisioni in tempo reale, e al paziente suggerimenti e news di specifico interesse rispetto ai temi emersi nella comunicazione in remoto. Si passerà così da una logica in cui medici e pazienti inseguono le informazioni a una in cui informazioni validate raggiungono automaticamente gli utilizzatori».