L’endometriosi rappresenta una delle patologie femminili più strettamente correlate all’infertilità: caratterizzata dalla presenza di mucosa tipica dell’endometrio all’esterno della cavità uterina, ha tra i suoi effetti principali l’infiammazione e il dolore. La Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica è consapevole dei danni che questa patologia purtroppo riesce a determinare ancora oggi nella salute delle […]
L’endometriosi rappresenta una delle patologie femminili più strettamente correlate all’infertilità: caratterizzata dalla presenza di mucosa tipica dell’endometrio all’esterno della cavità uterina, ha tra i suoi effetti principali l’infiammazione e il dolore. La Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica è consapevole dei danni che questa patologia purtroppo riesce a determinare ancora oggi nella salute delle donne. Riconosciuta nelle sue forme più gravi dai LEA del 2017 tra le malattie croniche, a soffrire di questa malattia, come riporta il documento del Ministero della Salute del 2015 “Piano della fertilità”, è circa il 5% delle donne in periodo fertile. Percentuale che arriva al 25-40% nelle donne infertili fino a toccare il 60-70% in coloro che hanno dolore pelvico cronico. Il tasso di incidenza massimo dell’endometriosi si verifica nelle donne tra i 25 e i 35 anni, anche se la malattia compare spesso in fasce di età più basse.
«L’insidia di questa malattia è che i sintomi possono essere associati ad altre patologie e quindi spesso non venga diagnosticata tempestivamente. La tardiva diagnosi, e di conseguenza la cura, non solo comportano anni di dolori fisici e psicologici per le donne, ma rischiano anche di comprometterne seriamente la fertilità e quindi la progettualità di una maternità per la donna e di genitorialità per la coppia. In questo le Ostetriche hanno un ruolo determinante, di sentinelle – afferma la presidente FNOPO Maria Vicario, assieme alle componenti del Comitato centrale – perché dai racconti delle assistite possono intercettare questa problematica e indirizzarle, fin da giovani in presenza di segni e sintomi specifici a controlli specialistici per approfondimento diagnostico».
A tracciare un quadro della situazione è ancora il “Piano della fertilità” del Ministero, dal quale si rileva che il processo infiammatorio e di dolore si presenta durante le mestruazioni (dismenorrea nell’80% delle donne con endometriosi), durante i rapporti sessuali (dispareunia, 30-40% dei casi), nell’evacuazione (ischezia, 10-20%) e perfino durante la minzione (disuria dal 5-10%)
«Ancora una volta la diagnosi precoce riesce a fare la differenza – aggiungono i vertici della FNOPO -. La nostra Categoria può e deve fare la differenza in tutti gli ambiti in cui è presente: ambulatori, pronto soccorso e consultori, ovvero i principali luoghi dove le donne si recano per cercare aiuto e trovare una soluzione al loro problema. Grazie al progetto di ostetrica di comunità che prevede una maggiore copertura dell’assistenza territoriale, l’individuazione precoce del problema può essere ancora più capillare ed evitare così che la malattia arrivi agli stadi più gravi, compromettendo la potenziale fertilità della donna. Questo può significare intraprendere un percorso di presa in carico degli specialisti che potranno assicurare una cura tempestiva e appropriata consentendo alle donne una qualità di vita migliore. Da quest’anno poi, c’è un’arma in più contro l’endometriosi, così come di altre patologie: la Legge 3/2018 “Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute”. Grazie a questa, e in seguito all’emanazione dei prossimi decreti attuativi, sarà possibile applicare nella ricerca scientifica e nella sperimentazione clinica la medicina di genere che riconosce finalmente la giusta dignità alle differenze fisiologiche tra uomini e donne, e dunque alla diversa risposta sia alla malattia sia alla cura da parte di entrambi. Alle donne, ancora una volta, diciamo di non aver paura, di non scoraggiarsi e di affidarsi sempre alla professionalità delle ostetriche, dei medici e degli specialisti».