Nove, sinora, gli argomenti al centro del tavolo: dal ruolo professionale del medico e dell’odontoiatra alla qualità tecnico-professionale, la valorizzazione della funzione sociale, la salvaguardia dei diritti umani e dei princìpi etici dell’esercizio professionale indicati nel codice deontologico
Un momento di confronto stabile tra regioni e Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri per dialogare su alcune tematiche di interessa sanitario. È questa la sostanza di un protocollo d’intesa tra Fnomceo e Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
In rappresentanza delle Regioni – riferisce una nota congiunta – al tavolo parteciperanno il coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Antonio Saitta, e il presidente del Comitato di Settore Regioni-Sanità, Sergio Venturi, per la Fnomceo il presidente, Filippo Anelli, e il segretario, Roberto Monaco.
Nove, sinora, gli argomenti al centro del tavolo: ruolo professionale del medico e dell’odontoiatra con riguardo alle competenze, l’indipendenza, l’autonomia e la responsabilità, la qualità tecnico-professionale, la valorizzazione della funzione sociale, la salvaguardia dei diritti umani e dei princìpi etici dell’esercizio professionale indicati nel codice deontologico, al fine di garantire la tutela della salute individuale e collettiva; fabbisogni del personale medico e programmazione e sviluppo dei sistemi sanitari regionali; promozione della legalità e della trasparenza a tutela dei cittadini e delle istituzioni; verifica di ipotesi per regolamentare le modalità di apertura ed utilizzo degli studi medici ed odontoiatrici. E ancora: elaborazione di iniziative in ordine alla prevenzione del fenomeno della violenza nei confronti degli operatori sanitari; rispetto delle prerogative correlate con lo svolgimento di ruoli, all’interno dei Sistemi Sanitari regionali, delle Province autonome e delle Regioni (incarichi amministrativi di vertice, incarichi politici, partecipazione a Consigli di amministrazione, etc.), non correlati alla cura diretta di pazienti o all’esercizio professionale medico; pianificazione di interventi per migliorare gli standard di sicurezza sul lavoro degli operatori sanitari; definizione di modalità di condivisione delle tematiche del tavolo con tutti gli Ordini professionali delle professioni sanitarie; attività formative.
«Si tratta di uno strumento utile per instaurare un clima nuovo – afferma Venturi – e per migliorare, rafforzandola, la collaborazione fra le istituzioni regionali e i medici. È nostra intenzione – assicura – proseguire su questa strada costruendo percorsi analoghi anche con le altre professioni sanitarie. In questo momento particolarmente difficile per il servizio sanitario – aggiunge Venturi (che è anche coordinatore vicario della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni) – dobbiamo creare la massima sinergia possibile con i protagonisti della sanità pubblica. Del resto il Ssn si fonda sui suoi protagonisti, che sono in primo luogo i medici. Per questo la difesa comune del servizio pubblico è un impegno che le Regioni e Fnomceo intendono perseguire e che, con questo atto, vogliono rafforzare. E per questo – conclude Venturi – ogni passo utile, come il protocollo sottoscritto oggi, rappresenta un contributo importante per la tutela del diritto alla salute e per la difesa dell’universalità del Ssn».
«Si apre oggi una strada nuova – spiega il presidente Fnomceo, Filippo Anelli – Stiamo dando, attraverso questo protocollo, attuazione alla legge n. 3/2018, che ha reso gli Ordini enti sussidiari, intendendo per sussidiarietà il pieno svolgimento del ruolo previsto dalla Legge: la tutela del diritto alla salute dei cittadini attraverso la garanzia del corretto esercizio della professione. Per la prima volta si rende operativa e stabile la collaborazione tra enti esponenziali dei professionisti e Regioni – continua Anelli -. L’auspicio è che questa collaborazione porti a mettere a disposizione dei sistemi sanitari regionali le competenze presenti negli Ordini provinciali, con un ruolo sempre più forte per i tavoli regionali».