Contributi e Opinioni 7 Giugno 2018 10:26

Foad Aodi: «Lavorare alla creazione d’un Ospedale nel III Municipio»

La crescita dei servizi sanitari e sociali in uno stretto rapporto col territorio e la popolazione, il rapporto con gli immigrati, la cooperazione internazionale, la collaborazione tra medici e altri professionisti della sanità, giornalisti  e altre figure professionali: questi i temi dibattuti nella riunione, tenutasi a Roma, del Direttivo del Movimento internazionale “Uniti per Unire”, […]

La crescita dei servizi sanitari e sociali in uno stretto rapporto col territorio e la popolazione, il rapporto con gli immigrati, la cooperazione internazionale, la collaborazione tra medici e altri professionisti della sanità, giornalisti  e altre figure professionali: questi i temi dibattuti nella riunione, tenutasi a Roma, del Direttivo del Movimento internazionale “Uniti per Unire”, forse l’unico che in Italia che comprende iscritti di tutte le professioni e delle piu’ varie nazionalità, culture e  fedi religiose.

Aperta da un’introduzione del Dottor Kamran Paknegaad, Segretario Generale dell’AMSI, Associazione Medici d’origine Straniera in Italia, attiva sin dal 2000 a favore della cooperazione internazionale e con una rete di sportelli e  ambulatori aperti a tutti i pazienti, la discussione ha dato spazio anche a candidati – di tutti i partiti – alle prossime elezioni amministrative romane (III e VIII Municipio) del 10 giugno. «Abbiamo voluto dare  modo di presentare proposte concrete ai candidati di tutti i gruppi politici» – ha spiegato il professor Foad Aodi, fondatore del  Movimento internazionale Uniti per Unire e dell’ AMSI – confrontandole con le nostre, espresse soprattutto nei Progetti “Buona immigrazione” e “Buona sanità”, per concretizzare i princìpi-base del nostro movimento. Che non guarda al colore politico di individui e  gruppi, ma alla capacità di portare avanti iniziative valide per la collettività; linea che confermiamo nei confronti anche del nuovo Governo, nei confronti  del quale non abbiamo pregiudizi, ma attendiamo la prova dei fatti».

«In una realtà come questa del III Municipio, vasta area compresa tra i quartieri Nomentano, Tufello-Val Melaina, Rebibbia-San Basilio e altri, tuttora sprovvista d’ un ospedale – prosegue Aodi – proponiamo appunto la creazione d’un nuovo ospedale, insieme a una rete di strutture di primo soccorso: iniziativa che potrebbe far perno sullo stesso Municipio». Un Municipio – hanno ricordato un po’ tutti i candidati, provenienti dalle liste piu’ varie (PD, Cinque Stelle, Lega Nord, LeU, Italia in Comune, liste civiche, ecc…) di 205.000 abitanti, piu’ grande d’una città come Parma: dove il 43% delle famiglie è composto d’un solo individuo, e il 36% della popolazione è fatto di  anziani. Rafforzare almeno le strutture già esistenti (come quella di Via Lampedusa), realizzare una “Casa della Salute” secondo il recente piano della Giunta regionale, installare i defibrillatori in tutti gli impianti sportivi, pubblici e e privati, secondo il Decreto Balduzzi sulla sanità entrato in vigore nel 2017, creare nuovi spazi aggregativi per gli anziani: queste le principali proposte avanzate dai candidati. E, per l’immigrazione e le piu’ varie situazioni di disagio sociale (violenze contro le donne, famiglie con minori in stato d’ indigenza, ecc…), potenziare fortemente i mediatori culturali e tutta la rete dei servizi sociali.

Il sindaco di Latina e Vice presidente del movimento politico “Italia in Comune” Damiano Colletta, ha illustrato il nuovo movimento politico “Italia in Comune”, sorta di nuovo “partito della società civile e dei sindaci”, volto a far politica senza mai perder di vista il contatto col territorio e la gente, forte già dell’adesione dei primi cittadini di città come Parma, Cerveteri e altre. «Al neoministro dell’ Interno, Salvini –  ha precisato, in chiusura, Foad Aodi – pur senza ostilità preconcette, ricordiamo, a proposito della sua ultima uscita contro la Tunisia, che l’accordo bilaterale esistente fra Italia e Tunisia per la gestione dell’immigrazione è proprio quello che funziona meglio; per potenziare la buona immigrazione, allora, ben vengano non solo accordi internazionali come questo, ma anche una vera legge europea sull’immigrazione e l’impegno con serità e di comprovata capacità delle ONG coinvolte».

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