L’Istituto Mediterraneo di Ematologia è in liquidazione dal 2015, ora è corsa contro il tempo per salvare i posti di lavoro. Nella struttura, interna al Policlinico Tor Vergata, vengono effettuati trapianti di midollo osseo in bambini affetti da patologie ematologiche provenienti da tutto il mondo
La Fondazione Ime (Istituto Mediterraneo di Ematologia), nata nel 2003, rischia la chiusura. Per questo i lavoratori hanno inviato una lettera al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, all’assessore alla Salute, Alessio D’Amato, e ai Ministri della Salute Giulia Grillo, dell’Economia Giovanni Tria e degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi, oltre che ai Presidenti di Camera Roberto Fico e Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
La Fondazione Ime nasce nel 2003, su iniziativa congiunta della Regione Lazio e dei Ministeri della Salute, degli Affari Esteri e dell’Economia. Dal marzo del 2005 la sua sede è stata individuata all’interno del Policlinico di Tor Vergata e qui, in un reparto con day hospital e 22 posti letto, vengono effettuati trapianti di midollo osseo in bambini affetti da patologie ematologiche provenienti da tutto il mondo.
Ora il centro è in procinto di chiudere e i 40 lavoratori rischiano di perdere il posto con la dispersione di tante eccellenti professionalità. Il 29 maggio sono partite le procedure di licenziamento.
Nella lettera i dipendenti ripercorrono la storia dell’Istituto soffermandosi sui passaggi più controversi. «Lo Statuto della Fondazione – si legge – prevedeva la trasformazione della Fondazione Ime in Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico), cosa che, per motivi ignoti al personale, non è mai avvenuta».
«Nel settembre del 2015 – ricordano i dipendenti – il presidente Prof. Morrone, con l’appoggio del Consiglio di Indirizzo dell’Ente, chiede al Ministero della Salute la messa in liquidazione dell’Ime, motivandola con un mancato ulteriore finanziamento della Fondazione. Il Ministero accetta la richiesta e nomina un liquidatore, nella persona del Dott. Nando Minnella, con l’obiettivo di salvaguardare i livelli occupazionali».
«Da allora – continua la missiva – abbiamo ricevuto tante promesse e vuote rassicurazioni, ma in concreto abbiamo assistito a un gioco delle parti tra i diversi attori, che ha portato soltanto allo svuotamento del Reparto». Ora tutto sembra nelle mani della Regione Lazio, l’unico ente che può salvare i lavoratori procedendo ad un ricollocamento degli stessi.
I lavoratori chiedono pertanto di istituire al più presto un tavolo con Regione e Ministeri prima che decadano i termini delle procedure di licenziamento, che scadono proprio nel mese di agosto.