Tra i protagonisti del 13° Forum Risk ci sarà anche la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica (FNOPO) con un proprio evento dedicato al Percorso nascita. Un pomeriggio suddiviso in tre sessioni durante le quali si confronteranno i principali attori di questa tematica: le componenti del Comitato centrale FNOPO, dirigenti del Ministero della […]
Tra i protagonisti del 13° Forum Risk ci sarà anche la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica (FNOPO) con un proprio evento dedicato al Percorso nascita. Un pomeriggio suddiviso in tre sessioni durante le quali si confronteranno i principali attori di questa tematica: le componenti del Comitato centrale FNOPO, dirigenti del Ministero della Salute componenti del Comitato Percorso Nascita nazionale, rappresentanti Agenas e le responsabili dei tre Centri nascita attualmente presenti e attivi in Italia: Torino, Genova e Firenze.
«La decisione di avere uno spazio all’interno di questa edizione del Risk Management in sanità è stata altamente simbolica e specifica – commentano i vertici della Federazione Ostetrica -. Un’occasione che non potevamo farci sfuggire per due motivi: innanzitutto per la ricorrenza di un anniversario importantissimo e decisivo per la sanità del nostro Paese, ovvero l’istituzione del Sistema sanitario nazionale, in secondo luogo perché la gravidanza a basso rischio ostetrico è stato il tema centrale dell’ultimo Congresso nazionale concluso il 6 ottobre a Modena».
«La nascita del Sistema sanitario nazionale (SSN) se da una parte ha rappresentato uno strumento con cui rendere concreto il diritto alla salute per tutti i cittadini, dall’altra non ha avuto un impatto positivo per la Categoria ostetrica – spiega una nota – traducendosi con la perdita del contatto con le donne sul territorio a seguito della soppressione della condotta ostetrica. La sicurezza che il nuovo SSN ha voluto garantire all’evento nascita è stata via via trasformata nella costante medicalizzazione di un evento naturale, anche nei casi di basso rischio ostetrico assistiti esclusivamente negli ospedali e all’insegna della “medicina difensiva” sempre più incombente. Le tre sessioni formative vogliono essere quindi un luogo privilegiato nel quale confrontarsi su modelli assistenza ormai consolidati nei Paesi del nord Europa che, pur mantenendo alti livelli di sicurezza e qualità, tutelano l’aspetto umano e psicologico delle cure, facendo vivere alla donna e alla famiglia tutta la serenità propria di una fase della vita che non deve essere concepita come malattia».
«Quale esperta del rischio clinico nella sanità della mia regione, l’Emila Romagna, – commenta la vicepresidente FNOPO, Silvia Vaccari – il mio contributo si concentrerà sui possibili percorsi per la gestione del rischio clinico ostetrico nel basso-alto rischio. Il contributo e il lavoro delle ostetriche, infatti, risultano importanti poiché sono le professioniste che, grazie al loro percorso formativo, sono e devono restare il punto di riferimento della donna e del medico specialista durante tutto il periodo della gravidanza, del puerperio e dell’allattamento».
«La seconda sessione dell’evento FNOPO all’interno del Forum Risk management sarà dedicato alla appropriatezza delle cure nel percorso nascita – spiega la presidente FNOPO, Maria Vicario -. All’interno di questo spazio, come Federazione abbiamo deciso di portare le esperienze delle tre responsabili degli altrettanti Centri nascita attualmente presenti in Italia: Torino, Genova e Firenze. Tre modelli che possono diventare un punto di riferimento per la gestione delle gravidanze a basso rischio da parte delle ostetriche, sempre garantendo il massimo della sicurezza e della qualità delle cure alle donne e al nascituro».
«Come rappresentanti delle 22mila ostetriche italiane non potevamo non confrontarci sul modello di assistenza sanitaria istituito 40 anni fa, che sarà infatti il tema della prima sessione pomeridiana – spiegano i vertici FNOPO -. I principi di universalità e gratuità ai quali la L. 833/78 si ispira devono oggi fare i conti con i mutamenti nello scenario demografico e socio-economico italiano ed europeo che mettono a rischio la vera e sostanziale uguaglianza ed equità nell’accesso alle cure. È quindi necessario che tutti i professionisti chiamati a tutelare la salute pubblica si schierino a vantaggio della sostenibilità del welfare sanitario e le ostetriche sono in prima linea con progetti e modelli di assistenza sia in ospedale sia sul territorio. In particolare, alla luce dei recenti dati Istat sul decremento delle nascite nel nostro Paese dove si registrano circa 15mila nati in meno nel 2017 rispetto al 2016, mostrando un fenomeno che sembra quasi inarrestabile».
«È in corso l’implementazione in vari luoghi Consultori e centri familiari, anche in collaborazione con i medici di medicina generale del modello di Ostetricia di famiglia e comunità volto alla promozione e la tutela della salute femminile – concludono la segretaria FNOPO, Marialisa Coluzzi, e la consigliera FNOPO Iolanda Rinaldi -. Siamo convinte che solo una presenza capillare delle ostetriche sul territorio possa avere il duplice vantaggio di garantire cure di qualità con un contenimento della spesa sanitaria, con beneficio per l’economia del nostro Paese».