di Sofia Salvetti, studentessa di Medicina
Ennesima conferma dell’invisibilità degli Studenti Universitari agli occhi della regione Piemonte e dello Stato.
Da studentessa fuori sede di Medicina al quarto anno non mi sento tutelata, né considerata o ascoltata. Pago tasse universitarie, affitto, trasporti per avere come garanzia il minimo indispensabile dalla mia Università, ovvero una didattica telematica.
Iniziati i tirocini in presenza in ospedale nel mese di Ottobre, senza effettuare sierologici né tamponi ai tirocinanti prima dell’accesso in ospedale, si passa presto alla sospensione degli stessi a metà settimana, con ridicolo preavviso dato il giorno precedente al blocco.
La soluzione alla gestione degli studenti è semplice: “togliamo di mezzo chi è di impiccio”.
Siamo in una situazione di emergenza sanitaria e noi futuri Medici dovremmo vivere situazioni di questo tipo, applicarci, essere addestrati e allo stesso tempo tutelati. Non messi fuori dai giochi. Soprattutto alla luce delle ultime notizie di carenza di personale medico negli ospedali, a seguito della quale gli studenti vengono mandati a casa, invece che essere istruiti per essere parte attiva e dare un supporto alla gestione dell’emergenza.
Tutto tralasciando la questione pratica in termini di tempo, perché nove settimane di tirocinio da recuperare rappresentano un ostacolo alle tempistiche di una laurea magistrale a ciclo unico, già di per sé lunghe.
Tirocini online ancora non disponibili, oltre che assenza totale di attività in presenza previa alcuna tutela in relazione a tamponi.
Invisibili i fuori sede, per cui a seguito del precedente lockdown non sono state messe in atto tutele per i contratti d’affitto.
Mi sento parte di una società che non incentiva la qualità del mio corso di studi, ma che perennemente pone limiti, ostacoli e difficoltà laddove con un’organizzazione adeguata e gestita da enti predisposti si potrebbe garantire un servizio nettamente migliore.
Scrivo questa lettera a nome della categoria di Studenti Universitari che sembra non avere voce, nella speranza di essere ascoltati e supportati. Siamo i futuri Medici e vogliamo portare avanti con orgoglio la nostra Professione in un Paese che ci dia l’opportunità di formarci nel modo adeguato anche in una situazione di emergenza sanitaria.
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