Secondo i dati dell’Oms 2,2 miliardi di persone nel mondo soffrono di patologie oculari. In Italia si stima che le malattie a rischio perdita della vista coinvolgano oltre 6 milioni di pazienti. I difetti della vista che necessitano la correzione con occhiali colpiscono 40 milioni di italiani. A fare il punto è il Presidente della […]
Secondo i dati dell’Oms 2,2 miliardi di persone nel mondo soffrono di patologie oculari. In Italia si stima che le malattie a rischio perdita della vista coinvolgano oltre 6 milioni di pazienti. I difetti della vista che necessitano la correzione con occhiali colpiscono 40 milioni di italiani. A fare il punto è il Presidente della Società Oftalmologica Italiana, Matteo Piovella, in occasione della Giornata Mondiale della Vista che si celebra il 14 ottobre.
«La Giornata mondiale della vista – spiega Piovella – è un’opportunità indispensabile per l’oculistica per accendere la luce sulla qualità e l’adeguatezza delle cure erogate al servizio dei pazienti: 7mila medici oculisti visitano ogni anno 20 milioni di persone e salvano la vista a un milione e trecentomila persone. Cose bellissime, ma detto questo siamo responsabili di una valutazione obiettiva per indicare e informare su quelle che sono le criticità del sistema salva vista e possediamo la necessaria esperienza per indicare le soluzioni. Oltre 500mila persone sono affette da maculopatia, una malattia della retina che porta, se non curata, a non vedere più. Purtroppo queste persone hanno difficoltà di accesso alle cure per motivi organizzativi ed economici».
«L’altra situazione su cui porre l’attenzione – continua il presidente SOI – è la limitata possibilità di accesso alla chirurgia della cataratta causa la crescita dei tempi di attesa conseguenti la pandemia. Nel 2019, in Italia sono stati effettuati 650.000 interventi ma nel 2020 mancano all’appello ben 300mila operazioni. E in alcune strutture SSN siamo arrivati al record storico di 3 anni di lista d’attesa. Per finire negli anni 2000 l’introduzione delle nuove tecnologie, che ci hanno aiutato e ci aiutano ad ottenere interventi più sicuri e efficaci non sono state adottate in modo adeguato».
«Nel Sistema Sanitario Nazionale in oculistica sono presenti in modo insufficiente: meno dell’1%. E’ una criticità che ci impegna da molti anni- continua Matteo Piovella -. Sappiamo che i problemi sono enormi ma noi dobbiamo impegnarci per impedire che la chirurgia oculistica continui ad essere etichettata come elettiva quindi non prioritaria e indispensabile. Questo ci impedisce anche di avere accesso ai soldi del Pnrr. Chiediamo alla politica l’aiuto per assistere questi pazienti, che sono milioni. Entro il 2030 è previsto il raddoppio delle persone cieche. È bello ricordarci che la vista è il bene più prezioso e che ne riconosciamo il vero valore solo quando l’abbiamo persa».
«La prima visita oculistica va fatta alla nascita, poi ai tre anni di età, a otto anni, dai 40 ai 60 anni ogni due anni e dopo i 60 anni una volta l’anno. Questo calendario è la migliore assicurazione per ottenere una vista sempre perfetta per tutta la vita», conclude Matteo Piovella.