La protesta in piazza Montecitorio mercoledì 8 luglio, ore 15: chiedono di non essere discriminati nel riconoscimento di misure di sostegno economico alle imprese in difficoltà
Architetti, assistenti sociali, avvocati, consulenti del lavoro, geometri, ingegneri, notai e periti industriali: hanno meno di 45 anni, sono un milione, sono il motore silenzioso delle piccole e medie imprese italiane e della tutela della salute e si sentono abbandonati dalla politica.
«Noi giovani professionisti siamo stati spesso esclusi da provvedimenti di supporto garantiti ad altre categorie di lavoratori, anche autonomi – spiegano -. La fase di rilancio non può esimersi dal migliorare e valorizzare le competenze professionali».
Si ritroveranno insieme – nel rispetto delle norme sul distanziamento – mercoledì 8 luglio alle ore 15 in piazza Montecitorio per consegnare al Governo e al Parlamento il “Manifesto delle associazioni dei giovani professionisti” che contiene cinque proposte concrete.
«Chiediamo – scrivono – di non essere discriminati nel riconoscimento di misure di sostegno economico alle imprese in difficoltà (Contributo a fondo perduto ex art. 25 Decreto Rilancio); di essere costantemente interlocutori del Governo; che si investa sulla professioni come risorsa per la crescita e il futuro del Paese; norme chiare e uno snellimento dell’apparato burocratico imprenscindibile per semplificare e rilanciare; la riduzione della pressione fiscale».
«Abbiamo deciso di restare, di mettere la nostra professionalità e il nostro impegno al servizio del Paese – concludono. Ma moltissimi di noi sono ancora più in difficoltà dopo il lockdown: sempre più precari, sempre più impossibilitati a riaprire i nostri studi. Non costringeteci ad emigrare».