Presentato oggi a Roma lo studio con le risposte italiane alla “call to action dell’Oms sui tumori HPV correlati”
In Italia, nel 2020, il carcinoma della cervice uterina ha rappresentato il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di età (2.400 nuovi casi stimati nel 2020, pari all’1,3% di tutti i tumori che colpiscono la popolazione femminile). L’eliminazione del tumore della cervice uterina è oggi un obiettivo di sanità pubblica mondiale lanciato dall’OMS nel 2018 e un impegno dell’Unione Europea che lo ha incluso nel Europe’s Beating Cancer Plan.
Lo studio “Call to action for HPV related cancers elimination: raccomandazioni e strategie da implementare a livello nazionale”, recentemente pubblicato sui Quaderni dell’Italian Journal of Public Health è stato presentato oggi al Ministero della Salute da VIHTALI, spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (campus di Roma). Il progetto aveva come scopo principale quello di far convergere i principali attori coinvolti nella prevenzione primaria e secondaria e nel trattamento delle condizioni HPV-correlate al fine di definire strategie nazionali per il raggiungimento dell’eliminazione del cancro cervicale e dei tumori HPV-correlati in Italia, in linea con l’obiettivo “Verso un mondo HPV FREE”.
E in quest’ottica, sarà necessario attivare anche un sistema di monitoraggio delle azioni e degli esiti delle politiche sanitarie messe/da mettere in atto per il controllo delle patologie da HPV sul territorio italiano, come conferma anche Walter Ricciardi: «Lo studio ha un valore fondamentale per il nostro Paese ed è in linea con i Piani internazionali per la lotta contro il cancro nonché con la raccomandazione N.3 della Mission Board for Cancer: Sviluppare ed implementare strategie e politiche sanitarie efficaci di prevenzione dei tumori».
Alla luce delle evidenze oggi disponibili e delle indicazioni globali ed europee, sono necessarie azioni urgenti per implementare e sostenere l’attuazione di interventi basati sull’evidenza (vaccinazione anti-HPV, screening del cancro cervicale, gestione della malattia precocemente diagnosticata) al fine di eliminare il cancro cervicale come problema di salute pubblica ma anche di avviare un piano di azione per il controllo delle altre forme tumorali associate all’infezione da HPV.
Lo studio di VIHTALI “Call to action for HPV related cancers elimination”, indica quattro ambiti di azione fondamentali, così come presentato oggi dalle Responsabili Scientifiche del progetto: Giovanna Elisa Calabrò, Rosa De Vincenzo e Chiara de Waure. Prevenzione primaria (vaccinazione), prevenzione secondaria (screening) e trattamento precoce delle lesioni da HPV per l’eliminazione del tumore della cervice uterina ed azioni di controllo degli altri tumori HPV-correlati.
«Nel primo ambito di interventi – dice Giovanna Elisa Calabrò, Ricercatrice in Sanità Pubblica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Direttore Operativo di VIHTALI – è necessario mantenere la gratuità a vita per chi è rientrato nel target, attivare programmi di catch-up e offrire gratuitamente la vaccinazione anti-HPV alle donne in età fertile, non precedentemente vaccinate, sfruttando la chiamata allo screening oncologico, nonché implementare strumenti di reminder mediante mezzi digitali, implementare campagne di sensibilizzazione fruibili (app, video, post, HPV chat, etc) ed interventi di educazione alla salute e sessualità nelle scuole, coinvolgere più figure professionali nella vaccinazione anti-HPV (Ginecologi, MMG, PLS, Igienisti e altri specialisti), aumentare le coperture vaccinali anti-HPV negli adolescenti e recuperare i ritardi nella vaccinazione legati alla pandemia con interventi mirati e più efficaci in quelle regioni in cui l’adesione alla vaccinazione è bassa, implementare la vaccinazione anti-HPV anche in altre popolazioni target quali donne già trattate per lesioni HPV-correlate, soggetti con HIV, MSM».
«Azioni prioritarie sono anche quelle riferite allo screening oncologico – sottolinea Chiara de Waure, Professoressa Associata in Igiene all’Università di Perugia – quali applicare PDTA standardizzati, dedicati alla donna positiva al test di screening, implementare strumenti di
reminder e tecniche di auto-prelievo, aumentare l’adesione allo screening organizzato e recuperare i ritardi nello screening legati alla pandemia, implementare interventi mirati ad indirizzare lo screening spontaneo verso lo screening organizzato, implementare interventi di awareness della popolazione generale, favorire una maggiore integrazione tra diverse figure specialistiche, accreditare, mediante corsi di formazione specifici, gli operatori sanitari sui percorsi di gestione delle patologie HPV-correlate, implementare la raccolta di dati epidemiologici su indicatori di screening e favorire la raccolta di nuovi dati (ad es. incidenza lesioni preneoplastiche)».
«Terzo pilastro per un’Italia HPV free è il trattamento precoce delle lesioni HPV-correlate che richiede priorità di azioni quali – ci dice la Dr.ssa Rosa De Vincenzo, Responsabile dell’Ambulatorio “Pregio” del Policlinico Universitario “A. Gemelli”, per la prevenzione delle lesioni preneoplastiche della cervice uterina -. Applicare PDTA dedicati alla donna con lesioni della cervice uterina, monitorare i tempi di attesa per il trattamento delle lesioni cervicali da HPV, implementare la vaccinazione adiuvante post-trattamento, integrare e condividere i dati tra centri di screening di III livello e centri che fanno trattamento al di fuori, implementare l’interoperabilità dei dati (ad es. attraverso piattaforme informatiche MMG-specialisti), favorire una maggiore integrazione professionale e l’accesso protetto e mediato del paziente ai centri specialistici, espandere i dati della rete nazionale dei registri tumori con la registrazione delle lesioni pre-neoplastiche, linkage all’anagrafe di prevenzione unica contenente i dati sulla storia vaccinale e di screening, e registrazione dei casi che effettuano test di screening in contesto opportunistico».
Ma l’HPV va oltre il tumore della cervice uterina e, pertanto, sono e saranno necessarie nei prossimi anni azioni mirate anche per il controllo degli altri tumori HPV-correlati. E queste azioni, conclude la dr.ssa Giovanna Elisa Calabrò, sono: «Implementare interventi di educazione sanitaria sui tumori HPV-correlati, includere le strategie di eliminazione del tumore della cervice uterina e dei tumori HPV-correlati nell’ambito dei documenti programmatici nazionali (ad es. Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale, Piano Oncologico Nazionale), creare HPV Unit dedicate che coinvolgano diverse figure specialistiche esperte nelle patologie HPV-correlate (ad es. ginecologo, medico di sanità pubblica, proctologo, otorinolaringoiatra, andrologo, infettivologo, oncologo, radioterapista, psicologo, pediatra, medico di medicina generale, dermatologo ecc.), predisporre un’anagrafe di prevenzione unica (o implementare l’interoperabilità tra anagrafe vaccinale e registri screening), sviluppare un registro di malattia(e) ad hoc, realizzare ed implementare interventi di formazione dei professionisti sanitari coinvolti nella gestione delle malattie da HPV, standardizzare procedure per il ricorso appropriato all’HPV-DNA test nell’ambito dei tumori del distretto testa-collo, dei tumori anali e della infertilità di coppia, estendere la vaccinazione anti-HPV, previa produzione di ulteriori evidenze scientifiche a supporto e stesura di Linee Guida dedicate, ad altre popolazioni target come, ad esempio, i soggetti con lesioni pre-cancerose del distretto testa-collo».
Secondo gli autori del rapporto, per eliminare il cancro cervicale e controllare gli altri tumori HPV-correlati il nostro SSN dovrà utilizzare tutti i mezzi a disposizione puntando, anche e soprattutto, sull’innovazione tecnologica a favore di interventi efficaci e best practices finalizzate ad un’ulteriore riduzione, nel corso degli anni, dell’incidenza di questi tumori. Nonostante le direttive internazionali ed europee, saranno le azioni e le politiche di ciascun Stato Membro, oltre all’interazione e al confronto di gruppi multistakeholder, a svolgere un ruolo fondamentale nel raggiungimento dell’obiettivo globale di eliminazione del cancro cervicale e di tutti gli altri tumori HPV-correlati.
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