di Danilo Mazzacane, Segretario generale Cisl Medici Lombardia
Mentre si sta approssimando l’inizio dell’anno scolastico, regnano ovunque preoccupazione e confusione circa le misure sanitarie relative all’emergenza Covid da mettere in campo per tutelare studenti, docenti e personale scolastico.
Tuttavia è pur vero che da ogni evento negativo si può trarne insegnamento e stimolo per una ristrutturazione positiva e magari duratura nel tempo.
L’occasione è ghiotta per riproporre la figura del medico scolastico con compiti non solo di sorveglianza sanitaria anti-Covid, ma anche di prevenzione ed educazione sanitaria.
Il ripristino della medicina scolastica pertanto dovrebbe essere previsto e programmato non a termine ed in funzione unicamente emergenziale, ma come anello importante della rete sanitaria territoriale, magari anche collegato al dipartimento di prevenzione, ma comunque con funzione stabile ed efficiente.
In realtà era esistente da 1961 ed è stata alienata negli anni 90.
L’evoluzione del sistema sanitario – sociale ha più volte messo in evidenza la necessità di una figura sanitaria, adeguatamente formata, di riferimento nell’ambito scolastico.
Il medico scolastico avrebbe il compito di insegnare le elementari norme igieniche, alimentari e comportamentali, magari anche in situazioni di emergenza, costituendo una figura “amica” alla quale fare riferimento in prima istanza per ogni necessità, ovviamente in supporto ed in collaborazione con le altre figure mediche del territorio.
Si potrebbe affiancarlo per l’attività di screening a favore degli studenti (oculistico, odontoiatrico, ecc.) per svariate condizioni patologiche ad altre professionalità sanitarie, riducendo l’insorgenza di condizioni dannose per la salute, a loro volta potenzialmente determinanti situazioni di disabilità per il resto della vita.
In un momento di carenza di medici specialisti si potrebbe ricorrere a quei medici che a causa dell’imbuto formativo non hanno avuto e difficilmente potranno acquisire nel breve una specializzazione, che vengono identificati come “camici grigi”.
Questi ultimi sono circa 15 mila in Italia, svolgono diverse mansioni con contratti libero professionali in forma di grave precarietà, con retribuzioni inadeguate ed una posizione previdenziale in prospettiva non rassicurante.
Diversi personaggi politici e rappresentanti di organizzazioni ordinistiche mediche e sindacali hanno ventilato da tempo la bontà dell’iniziativa della realizzazione della figura del medico scolastico, con la creazione di una struttura territoriale di medicina scolastica ben delineata ed in sinergia con le altre esistenti.
La Cisl Medici Lombardia, in sintonia con la Cisl Confederazione Regionale e la Cisl Regionale FP, già prima dell’avvento della riforma sanitaria lombarda aveva inserito il medico e la medicina scolastica tra le proposte per rinnovare il sistema sanitario lombardo.
I recenti eventi avversi, che hanno funestato particolarmente l’esistenza dei cittadini lombardi ed il desiderio di ripartire celermente in serenità e sicurezza, sono sicuramente uno stimolo per cercare di concretizzare i buoni propositi, anche utilizzando in maniera “buona” il debito che andremo a contrarre nel breve con l’Unione Europea.