Il contributo di Ciro Indolfi, Presidente Sic (Società italiana cardiologia)
L’Italia era impreparata ad un evento pandemico come Covid 19 che ha causato un disastro mai visto prima in termini di ricoveri e decessi. Uno studio recente della Società Italiana di Cardiologia, pubblicato online sull’European Heart Journal, ha dimostrato in epoca Covid 19 una riduzione dei ricoveri per infarto del 50% con una mortalità ospedaliera triplicata. Lo studio ha anche dimostrato che alcuni pazienti con infarto STEMI arrivavano nel laboratorio di emodinamica con un grande ritardo. Le ragioni di questa sostanziale riduzione nei ricoveri sembrano essere correlate alla paura dei pazienti di essere contagiati o al fatto che il sistema di emergenza 118 era estremamente occupato a trattare pazienti COVID-19.
Stiamo iniziando ora la cosiddetta fase 2 e la Società Italiana di Cardiologia si augura che questo catastrofico evento produca un ripensamento e una riorganizzazione del sistema sanitario per ricostruire una sanità efficiente, nella quale un ruolo importante sarà giocato dal ripristino dei reparti e ambulatori di Cardiologia, dalla riorganizzazione delle reti cardiologiche e dalla telemedicina.
La lezione che l’Italia ha imparato da questa pandemia è che dobbiamo essere preparati, e dobbiamo sempre pianificare il peggio e sperare nello scenario migliore. La politica dovrebbe ora ripensare ai tagli lineari effettuati negli ultimi 10 anni alla sanità e alla Ricerca, nonché alla riduzione del numero di medici, specializzandi, letti e risorse che sono necessari per mantenere la qualità della sanità in modo omogeneo in tutte le Regioni italiane.
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