Diversi casi di affaticamento durante il lockdown. «Alternare la vista tra vicino e lontano farà riposare gli occhi» secondo il dottor Schiano, oculista dell’IRCCS Fondazione Bietti
«Durante il periodo di quarantena e di chiusura delle scuole a causa della pandemia Covid-19 abbiamo assistito ad un importante incremento dell’utilizzo degli schermi da parte di bambini ed adolescenti nel corso della giornata per seguire le lezioni a distanza. A questo impegno visivo si è aggiunto quello consueto di fare i compiti ed eventuali ore di gioco ai videogames determinando un importante situazione di affaticamento della vista da vicino.
Frequenti, infatti, sono stati i riscontri di noi oculisti di fenomeni legati alla “computer vision sindrome”, che è sfociata in alcuni casi più severi con la comparsa casi di strabismo scompensato. La ragione è da ricercarsi nel meccanismo di messa a fuoco dell’occhio umano. La nostra vista è “fatta” per vedere a una certa distanza. Attività come la messa a fuoco di schermi o altre superfici viste da vicino comportano un lavoro visivo supplementare, e l’attivazione del sistema di messa a fuoco delle immagini legate all’azione del muscolo ciliare. Se lo sforzo si protrae per tutto il giorno, tra lezioni, compiti e svago serale con tablet e videogiochi, allora i muscoli responsabili della messa a fuoco e coordinamento degli occhi (accomodazione) finiscono per essere sottoposti a una tensione continua.
Tornare a scuola fisicamente potrà, perciò, rappresentare un beneficio per la salute visiva degli studenti e delle studentesse. Alternare la vista tra diverse distanze, per esempio tra il libro e la lavagna, permetterà di riposare gli occhi. Il ritorno a scuola potrebbe essere anche l’occasione per un controllo dall’oculista qualora i ragazzi avvertano, per esempio, un ritardo nella messa a fuoco delle immagini quando alzano lo sguardo: un sintomo frequente di affaticamento che è bene non trascurare».
dr. Domenico Schiano Lomoriello
responsabile Unità Operativa della Fondazione IRCCS Bietti