«Accogliamo positivamente la liberazione di Mosul in Iraq come ha dichiarato ufficialmente il premier iracheno Abadi», commenta Foad Aodi, Presidente delle Co-mai ,Comunità del mondo arabo in italia e dell’AMSI, Associazione Medici d’origine Straniera in Italia, nonchè “Focal Point” per l’integrazione in Italia per l’ Alleanza delle Civiltà (UNAoC), organismo ONU. Vogliamo ricordare che l’ Italia, da […]
«Accogliamo positivamente la liberazione di Mosul in Iraq come ha dichiarato ufficialmente il premier iracheno Abadi», commenta Foad Aodi, Presidente delle Co-mai ,Comunità del mondo arabo in italia e dell’AMSI, Associazione Medici d’origine Straniera in Italia, nonchè “Focal Point” per l’integrazione in Italia per l’ Alleanza delle Civiltà (UNAoC), organismo ONU.
Vogliamo ricordare che l’ Italia, da anni, sul terreno immigrazione sta facendo uno sforzo eccezionale; e sappiamo che questo problema non può essere affrontato efficacemente senza una vera politica sovranazionale della UE. Ci vuole un’apposita legge europea sull’immigrazione: che fissi criteri precisi per passare dal caos attuale a una politica d’ immigrazione programmata, e concordata coi Paesi “di partenza” mediante una serie d’accordi bilaterali internazionali. Come proponiamo ormai dal 2000, coi nostri progetti “Buona Immigrazione” e “Buona Sanità ” . Al tempo stesso, diciamo no alle strumentalizzazioni politiche del problema immigrazione, fatte da partiti come da Governi. L’immigrazione, insomma, va affrontata sempre con due marce: quella dell’integrazione e quella della sicurezza collettiva. E tra partenze, arrivi e discussioni sullo “Ius Soli”, noi preferiamo che la diplomazia mondiale possa creare progetti per lo sviluppo, per l’occupazione e per risolvere i conflitti in atto ( è di ieri la notizia che le forze irachene, sostenute dai raid aerei sotto comando americano, hanno finalmente liberato Mosul; mentre nel sudovest della Siria è scattata la tregua concordata, ai margini del G-20 di Amburgo, tra Putin e Trump, N.d.R.): così da impedire fughe di massa e fuga dei cervelli, che sono costretti a lasciare i loro Paesi”, conclude Aodi. Invitando tutti gli intellettuali, professionisti, lavoratori (italiani e d’origine straniera ), comunità, associazioni, sindacati ad impegnarsi di piu’ in politica: “e a rafforzare la voce del nostro movimento internazionale, per il dialogo interculturale e inter religioso, “Uniti per Unire”; anche nell’ambito politico e sociale, ed e’ ora che noi #SCENDIAMOinCAMPO”.
Proprio nell’ottica di promuovere una buona e concreta cooperazione economica, a favore anche del dialogo interculturale e inter religioso, s’ è svolta ultimamente, infatti, presso la sede dell’ Istituto Italiano di Cultura alla nostra Ambasciata di Tunisi, una tavola rotonda sulla crisi del dialogo inter mediterraneo, in particolare tra i Paesi della sponda nord e quelli della sponda sud. Il convegno è stato organizzato dall’Associazione OMeGA di Roma nell’ambito del progetto “Rotte Mediterranee”( patrocinato da AMSI, dall’Unione Medica Euromediterranea-UMEM, dalle Comunità del mondo Arabo in italia- Co-mai, dal Movimento Uniti per Unire e dalla Confederazione Internazionale Laica Inter religiosa #CRISTIANINMOSCHEA ), partito da Cagliari il 2 luglio, e volto a rivitalizzare le antiche rotte del Mediterraneo (prima fra tutte, la Rotta del Corallo, percorsa da pescatori e mercanti di corallo tra Italia del sud e Tunisia), come direttrici di dialogo e cooperazione. In apertura, il presidente di OMeGA, ammiraglio Enrico La Rosa, ha sottolineato l’importanza di riattivare il dialogo inter mediterraneo anche per restituire questo mare ai popoli che lo abitano, limitando l’influenza delle grandi potenze.