di Stefania Tempesta, psicologa Odp Lazio
Il tempo che i bambini trascorrono sui dispositivi elettronici è una preoccupazione crescente che spesso viene riferita dai genitori e dagli insegnanti.
L’accesso alla rete è divenuto parte integrante del mondo moderno; ha una funzione importante anche nell’ambito dell’istruzione, dove è diventato strumento di ordinario utilizzo ai fini della didattica: ogni famiglia ha affrontato una riorganizzazione radicale dal punto di vista dell’insegnamento, che ha visto gli schermi dei computer affermarsi come protagonisti della Didattica a Distanza (DAD) nell’era della pandemia.
Connettersi ad internet può essere un modo divertente per comunicare o reperire informazioni; tuttavia non possiamo trascurare che tutto questo possa trasformarsi in una fuga allettante dalla realtà: anche i più giovani, seduti davanti ad una scrivania, con un solo click del mouse possono accedere ad una chat con persone in ogni angolo del pianeta, intraprendere partite avvincenti e conversazioni stimolanti, entrando in un contesto virtuale diverso, in cui i problemi e le preoccupazioni che percepiscono nella loro vita si vanificano, lasciando campo libero ad uno spazio in cui è possibile sperimentare l’avvicinamento a ciò che si desidera fare o essere.
Molte delle attività che i bambini intraprendono grazie all’uso dei dispositivi elettronici sono appropriate alla loro età, quelle stesse cose che un cinquantenne di oggi, da ragazzino, ha svolto senza l’ausilio degli strumenti attuali: socializzare con i coetanei, coltivare interessi personali, ascoltare la musica, fare acquisti, fare ricerche per la scuola, guardare film. Occorre dunque considerare che ciò che appare un uso eccessivo o una distrazione costante è in realtà il risultato di modi nuovi di mantenere relazioni ed impegnarsi in attività dilettevoli.
Per riconoscere una dipendenza da Internet ed allarmarsi per la presenza di un vero e proprio disturbo occorre quindi prendere in considerazione alcune variabili, indicatori di un comportamento estremo che potrebbe compromettere seriamente la salute di un bambino: non solo, dunque, una ingente quantità di tempo trascorsa davanti allo schermo che un genitore ritenga eccessiva, ma un utilizzo dello strumento tecnologico che escluda attività appropriate all’età, come la socializzazione, l’attività fisica, il lavoro scolastico e persino l’igiene personale ed il sonno.
Oggi i bambini sono soliti riempire il loro tempo libero con molteplici attività che richiedono l’utilizzo di internet: social network, messaggistica istantanea, blog, come anche giochi che sembrano fagocitare la loro attenzione in modo incessante, definendo una condizione di isolamento ed alienazione che genera allarme nei genitori.
Alcuni elementi possono aiutarci a comprendere quando un bambino sta facendo un uso potenzialmente patologico di internet:
Purtroppo gli studi dimostrano che un uso inappropriato dei social media è correlato ad un aumento dell’ansia e della depressione; gli adolescenti, in modo particolare le ragazze, si confrontano continuamente con i loro coetanei e con attraenti modelli di perfezione che inevitabilmente divengono oggetto di emulazione, facendo sì che perdano il senso della propria identità, ancora in via di strutturazione.
I ragazzi che sono soliti impegnarsi assiduamente nel gioco online, spendendo in questa attività più di due terzi del tempo libero, vanno incontro ad esiti negativi sulla salute mentale, che non solo possono generare una maggiore incidenza di ansia e depressione, ma anche spingerli all’uso di sostanze.
Un ulteriore problema che scaturisce dall’uso inappropriato dei social è il multitasking, che induce anche i più piccoli ad inviare messaggi, usare la chat o guardare un video mentre sono impegnati a fare i compiti, o anche mentre camminano o seguono una conversazione; questa modalità mina il funzionamento cognitivo, compromette l’abilità mnemonica e diminuisce la capacità di apprendimento.
Il cervello umano, inoltre, è programmato per apprezzare le cose nuove e stimolanti, che il telefono o il pc rendono immediatamente fruibili e gratificanti rispetto all’impegno mentale che richiederebbe, ad esempio, leggere un libro; l’esperienza piacevole innesca il rilascio di dopamina, che può generare il comportamento di dipendenza: nel tempo avvertiamo sempre più il bisogno di ripetere l’attività gradevole, che diviene indispensabile per creare lo stesso rilascio di dopamina (l’ormone del piacere e della ricompensa).
Agli adulti spetta il duro compito di affrontare il problema, qualora captino che i propri figli spendono un tempo eccessivo sui dispositivi elettronici a scapito di quelle attività che sono preziose al fine di un sano sviluppo un sano fisico e mentale:
Un ulteriore accorgimento può risultare efficace: proporre al ragazzo di posizionare il computer, quando il suo utilizzo non è correlato ai compiti, in un ambiente della casa accessibile anche agli altri membri della famiglia, in modo che sia possibile interagire e condividere i contenuti.
Come genitori, infine, possiamo aiutare i nostri figli dando il buon esempio: si può trascorrere del tempo in famiglia ripristinando il dialogo e il confronto reciproco, eliminando ad esempio la televisione mentre consumiamo i pasti. Una volta terminata la giornata lavorativa potremmo accantonare i nostri dispositivi e programmare l’invio di email e messaggi per il giorno dopo; è soprattutto raccomandabile evitare il più possibile di utilizzare dispositivi di fronte a bambini piccoli e non cercare di tenere occupati i nostri figli con telefoni, computer o tablet.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato