Contributi e Opinioni 21 Maggio 2021 12:20

Internet: una risorsa o un rischio per i nostri figli?

di Stefania Tempesta, psicologa Odp Lazio

di Stefania Tempesta, psicologa Odp Lazio

Il tempo che i bambini trascorrono sui dispositivi elettronici è una preoccupazione crescente che spesso viene riferita dai genitori e dagli insegnanti.

L’accesso alla rete è divenuto parte integrante del mondo moderno; ha una funzione importante anche nell’ambito dell’istruzione, dove è diventato strumento di ordinario utilizzo ai fini della didattica: ogni famiglia ha affrontato una riorganizzazione radicale dal punto di vista dell’insegnamento, che ha visto gli schermi dei computer affermarsi come protagonisti della Didattica a Distanza (DAD) nell’era della pandemia.

Connettersi ad internet può essere un modo divertente per comunicare o reperire informazioni; tuttavia non possiamo trascurare che tutto questo possa trasformarsi in una fuga allettante dalla realtà: anche i più giovani, seduti davanti ad una scrivania, con un solo click del mouse possono accedere ad una chat con persone in ogni angolo del pianeta, intraprendere partite avvincenti e conversazioni stimolanti, entrando in un contesto virtuale diverso, in cui i problemi e le preoccupazioni che percepiscono nella loro vita si vanificano, lasciando campo libero ad uno spazio in cui è possibile sperimentare l’avvicinamento a ciò che si desidera fare o essere.

Molte delle attività che i bambini intraprendono grazie all’uso dei dispositivi elettronici sono appropriate alla loro età, quelle stesse cose che un cinquantenne di oggi, da ragazzino, ha svolto senza l’ausilio degli strumenti attuali: socializzare con i coetanei, coltivare interessi personali, ascoltare la musica, fare acquisti, fare ricerche per la scuola, guardare film. Occorre dunque considerare che ciò che appare un uso eccessivo o una distrazione costante è in realtà il risultato di modi nuovi di mantenere relazioni ed impegnarsi in attività dilettevoli.

Per riconoscere una dipendenza da Internet ed allarmarsi per la presenza di un vero e proprio disturbo occorre quindi prendere in considerazione alcune variabili, indicatori di un comportamento estremo che potrebbe compromettere seriamente la salute di un bambino: non solo, dunque, una ingente quantità di tempo trascorsa davanti allo schermo che un genitore ritenga eccessiva, ma un utilizzo dello strumento tecnologico che escluda attività appropriate all’età, come la socializzazione, l’attività fisica, il lavoro scolastico e persino l’igiene personale ed il sonno.

Oggi i bambini sono soliti riempire il loro tempo libero con molteplici attività che richiedono l’utilizzo di internet: social network, messaggistica istantanea, blog, come anche giochi che sembrano fagocitare la loro attenzione in modo incessante, definendo una condizione di isolamento ed alienazione che genera allarme nei genitori.

Alcuni elementi possono aiutarci a comprendere quando un bambino sta facendo un uso potenzialmente patologico di internet:

  • Quando è online perde la cognizione del tempo
  • Perde preziose ore di riposo notturno per restare connesso
  • Si agita o si arrabbia quando gli si intima di interrompere la connessione
  • Controlla la posta elettronica o i messaggi a ripetizione durante il giorno
  • Diventa irritabile se non gli viene consentito l’accesso a internet
  • Passa del tempo online trascurando i compiti che gli competono
  • Preferisce trascorrere il suo tempo online piuttosto che con amici o familiari
  • Ignora i limiti temporali che gli sono stati imposti per utilizzare internet
  • Mente sulla quantità di tempo trascorso sui dispositivi o lo usa quando nessuno lo controlla
  • Sembra ansioso di tornare a connettersi quando è lontano dal computer
  • Perde interesse per le attività che lo appassionavano prima che lui o lei utilizzasse frequentemente internet
  • Diventa irritabile, lunatico o depresso quando non è connesso alla rete

Purtroppo gli studi dimostrano che un uso inappropriato dei social media è correlato ad un aumento dell’ansia e della depressione; gli adolescenti, in modo particolare le ragazze, si confrontano continuamente con i loro coetanei e con attraenti modelli di perfezione che inevitabilmente divengono oggetto di emulazione, facendo sì che perdano il senso della propria identità, ancora in via di strutturazione.

I ragazzi che sono soliti impegnarsi assiduamente nel gioco online, spendendo in questa attività più di due terzi del tempo libero, vanno incontro ad esiti negativi sulla salute mentale, che non solo possono generare una maggiore incidenza di ansia e depressione, ma anche spingerli all’uso di sostanze.

Un ulteriore problema che scaturisce dall’uso inappropriato dei social è il multitasking, che induce anche i più piccoli ad inviare messaggi, usare la chat o guardare un video mentre sono impegnati a fare i compiti, o anche mentre camminano o seguono una conversazione; questa modalità mina il funzionamento cognitivo, compromette l’abilità mnemonica e diminuisce la capacità di apprendimento.

Il cervello umano, inoltre, è programmato per apprezzare le cose nuove e stimolanti, che il telefono o il pc rendono immediatamente fruibili e gratificanti rispetto all’impegno mentale che richiederebbe, ad esempio, leggere un libro; l’esperienza piacevole innesca il rilascio di dopamina, che può generare il comportamento di dipendenza: nel tempo avvertiamo sempre più il bisogno di ripetere l’attività gradevole, che diviene indispensabile per  creare lo stesso rilascio di dopamina (l’ormone del piacere e della ricompensa).

Agli adulti spetta il duro compito di affrontare il problema, qualora captino che i propri figli spendono un tempo eccessivo sui dispositivi elettronici a scapito di quelle attività che sono preziose al fine di un sano sviluppo un sano fisico e mentale:

  • È fondamentale che entrambi i genitori concordino obiettivi comuni e facciano squadra stabilendo insieme regole su cui sono in accordo: qualora uno dei coniugi appaia meno determinato o più scettico, il bambino tenderà a richiedere il suo consenso, generando discussioni ed attriti in famiglia.
  • I genitori devono riflettere sul contenuto del messaggio che verrà comunicato ai figli e soprattutto dovranno prepararsi ad una probabile risposta emotiva dei bambini: qualora sia presente una dipendenza da internet il ragazzo recepirà l’idea di limitarne l’utilizzo come una minaccia ed è probabile che l’adulto si troverà di fronte ad un’esplosione di rabbia carica di frasi accusatorie, che lo faranno sentire in colpa ed inadeguato. Occorre essere preparati a queste reazioni, attuando poi il riconoscimento dei sentimenti e delle emozioni espresse in modo irruento, affrontando con fermezza e disponibilità l’argomento fonte di preoccupazione.
  • È opportuno rassicurare i ragazzi, che spesso interpretano le obiezioni al loro comportamento come biasimo e critica: l’intervento dei genitori non è una condanna, piuttosto deriva dalla preoccupazione per quei cambiamenti che andrebbero riferiti in termini specifici: la stanchezza, il declino dei voti, la rinuncia ai suoi hobbies, il ritiro sociale. È bene cercare di stabilire un clima di fiducia, ricordando ai ragazzi che l’adulto ha bisogno della loro collaborazione e aiuto per comprendere le loro abitudini ed i loro interessi, al fine di garantirne il benessere e la felicità, come anche l’indipendenza.
  • Può essere favorevole mostrare ai ragazzi di essere interessati ad internet, chiedendo loro delucidazioni sul funzionamento dei software e della terminologia tecnica, per acquisire una maggiore esperienza informatica e condividere con loro l’installazione di filtri che possano tutelarlo da eventuali intrusioni ed insidie.
  • Arrabbiarsi e togliere di mezzo il computer come forma di punizione non è proficuo: i ragazzi recepirebbero il messaggio che sono “cattivi” e vedranno il genitore come un nemico anziché come un alleato, mostrando nervosismo ed irritabilità. Una buona strategia consiste invece nel lavorare con i propri ragazzi stabilendo limiti chiari per un corretto utilizzo di internet: un’ora alla sera e qualche ora in più nel fine settimana può essere un buon compromesso.

Un ulteriore accorgimento può risultare efficace: proporre al ragazzo di posizionare il computer, quando il suo utilizzo non è correlato ai compiti, in un ambiente della casa accessibile anche agli altri membri della famiglia, in modo che sia possibile interagire e condividere i contenuti.

Come genitori, infine, possiamo aiutare i nostri figli dando il buon esempio: si può trascorrere del tempo in famiglia ripristinando il dialogo e il confronto reciproco, eliminando ad esempio la televisione mentre consumiamo i pasti. Una volta terminata la giornata lavorativa potremmo accantonare i nostri dispositivi e programmare l’invio di email e messaggi per il giorno dopo; è soprattutto raccomandabile evitare il più possibile di utilizzare dispositivi di fronte a bambini piccoli e non cercare di tenere occupati i nostri figli con telefoni, computer o tablet.

 

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