di Giacomo Cicalini, Farmacista
La pandemia causata dal virus SARS-CoV-2, che globalmente ha colpito più di 17 milioni di persone, causando oltre 600 mila vittime, ha provocato nel nostro paese un’emergenza sanitaria che al momento sembra essere ormai sotto controllo, come dimostrato dagli aggiornamenti giornalieri sui nuovi contagi e sui decessi.
Adesso che la tempesta sembra essere passata si iniziano a vedere i segni che il Covid-19 ha lasciato in maniera diretta ed indiretta e si iniziano a valutare le conseguenze a lungo termine. L’attenzione, al momento, è quasi del tutto concentrata sulla crisi economica scaturita dal lockdown e sulle misure necessarie a farvi fronte.
La pandemia, il periodo di quarantena e la conseguente crisi economica hanno però causato un’altra grave emergenza sul territorio italiano, quella riguardante la salute mentale. Gli effetti psicosociali che questa drammatica situazione ha creato furono evidenziati già un mese fa dal direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che sottolineò come «l’impatto della pandemia sulla salute mentale delle persone è già ora estremamente preoccupante».
A suffragare queste parole ci sono vari studi che dimostrano come ci sia stato un aumento dei disturbi psicopatologici: la quarantena messa in atto per contrastare la pandemia ha causato nel 75% della popolazione infantile sintomi quali ansia, disturbi del sonno, inquietudine ed irritabilità come dimostra un’indagine condotta dall’Ospedale pediatrico Gaslini di Genova; mentre un lavoro portato avanti dalla Fondazione Onda ha fatto luce su 200 mila nuovi casi di depressione i cui fattori di rischio sono tutti correlabili al periodo emergenziale e post-emergenziale.
Lo stesso quadro emerge anche dai dati di vendita dei farmaci più utilizzati per trattare disturbi come ansia, depressione, DOC e disturbi da stress post-traumatico.
I dati che riguardano la Toscana mostrano come le molecole appartenenti a Benzodiazepine, SSRI (Inibitori Selettivi Ricaptazione Serotonina) e SNRI (Inibitori Ricaptazione Serotonina-Noradrenalina) abbiano avuto un notevole incremento nelle vendite nel periodo Febbraio-Giugno in netta controtendenza con il mercato, che nel settore delle farmacie ha fatto registrare una flessione.
Questo aumento quasi sicuramente si riflette in un aumentato consumo da parte della popolazione di questi farmaci, il cui abuso può dare luogo a fenomeni di tolleranza (riduzione della risposta ad un farmaco dovuta all’assunzione ripetuta che induce assuefazione e il conseguente bisogno di aumentare il dosaggio) e astinenza (l’interruzione nell’assunzione del farmaco da luogo a sintomi fisici e psichici) per quanto riguarda le benzodiazepine od a sintomi da sospensione per gli antidepressivi.
Questo è un rischio concreto poiché spesso le persone confidano che aumentando la dose di farmaco assunta possano migliorarne l’efficacia. Il grave pericolo è che questa tendenza possa peggiorare nei prossimi mesi, essendo ancora nella fase iniziale della crisi economica che sta mettendo in ginocchio milioni di famiglie.
Diventa quindi fondamentale in questo contesto emergenziale la stretta collaborazione degli operatori sanitari quali MMG, medico specialista e farmacista, il quale tramite la Farmacia, importante presidio sanitario presente sul territorio, può fare da “cartina tornasole” nell’evidenziare la comparsa di fragilità e problematiche fra la popolazione, diventando un tramite con gli specialisti al fine di agevolare una rapida presa in carico del paziente.
Inoltre il ruolo del farmacista, vista l’importanza che l’aderenza terapeutica ricopre per queste classi di farmaci, assume ulteriore valore, in quanto oltre a dispensare il farmaco può informare il paziente sui benefici che si hanno da un corretto utilizzo e sui rischi che invece si corrono quando se ne abusa, permettendo così di aumentare l’aderenza terapeutica e la risposta alla terapia.
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