Contributi e Opinioni 29 Gennaio 2020 18:22

La guerra a senso unico contro medici e infermieri

Gentile Direttore, auguri al nuovo prefetto di Napoli, dr. Marco Valentini che incontrando i giornalisti durante la conferenza stampa di insediamento ha dichiarato che è al vaglio l’implementazione delle misure di sicurezza sul fenomeno delle aggressioni ai medici e agli altri operatori della sanità. L’indimenticabile Renato Carosone cantava “Vuó’ ‘o cuppetto o vuó’ ‘o spumone? Chello ca costa ‘e cchiù“. […]

di Luciano Cifaldi, Segretario generale Cisl Medici Lazio

Gentile Direttore,

auguri al nuovo prefetto di Napoli, dr. Marco Valentini che incontrando i giornalisti durante la conferenza stampa di insediamento ha dichiarato che è al vaglio l’implementazione delle misure di sicurezza sul fenomeno delle aggressioni ai medici e agli altri operatori della sanità.

L’indimenticabile Renato Carosone cantava “Vuó’ ‘o cuppetto o vuó’ ‘o spumoneChello ca costa ‘e cchiù“.

Poter scegliere nella vita esercitando il proprio libero arbitrio è importante, quando si può ovviamente. Quando non si può, come nel caso del paziente che pretendeva che il 118 lo portasse in un ospedale a sua scelta, allora c’è il rischio che ne paghi le conseguenze l’autista colpito con una testata.

Solidarietà piena agli operatori sanitari che svolgono il loro lavoro in ambienti difficili che ormai sono territorio oltre le linee del nemico, come si direbbe in corso di eventi bellici. Ed in effetti è una guerra, ma a senso unico, quella che si sta svolgendo in Italia contro i medici e gli infermieri senza alcuna differenza geografica.

Ben venga una incisiva campagna mediatica: a proposito che fine hanno fatto le campagne di comunicazione sociale che una volta venivano fatte da Pubblicità Progresso divenuta una Fondazione che vede tra i soci fondatori i principali network televisivi?

Ben venga un intermezzo, magari tra una canzone e l’altra durante il festival di Sanremo, per comunicare al grande pubblico cosa sta accadendo nella sanità.

Ben venga febbraio se porterà all’approvazione alla Camera del ddl sulle aggressioni con la speranza, minuscola, di non restare congelati a fronte dell’eventuale allungarsi dei tempi.

Ben vengano le iniziative di prevenzione e di repressione, termine magari politicamente non corretto, ma qui sembra che la vera epidemia non sia quella influenzale ma quella aggressiva contro medici ed infermieri che è ancora più contagiosa e non si cura con il paracetamolo ma con il riposo a letto e preferibilmente in una stanzetta illuminata dal sole a scacchi.

Non chiediamo derive autoritarie ma chiediamo che le Autorità intervengano e non ci lascino andare alla deriva trascinati in questo vortice di violenza contro i camici bianchi.

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