di Muzio Stornelli, dirigente infermieristico
L’infermieristica è sempre più protagonista del “metaverso sanitario” grazie anche alle nuove tecnologie in grado di simulare scenari assistenziali, non sempre presenti nei percorsi universitari, utili a migliorare anche l’esperienza di tirocinio degli studenti di infermieristica.
La formazione universitaria in ambito sanitario ha subito innumerevoli evoluzioni negli ultimi decenni: sia dal punto di vista strettamente legislativo, sia – soprattutto – dal punto di vista dei piani didattici, sempre più in linea ed al passo con i bisogni di salute del cittadino/utente.
In particolare, una delle figure sanitarie che ha maggiormente sentito l’esigenza di “evolvere” il proprio percorso formativo, è stata quella dell’infermiere, anche in considerazione delle innumerevoli attività assistenziali delle quali è responsabile.
Tuttavia, almeno in contesto universitario, di tirocinio in particolare, non si ha spesso l’occasione di acquisire pratica e conoscenza riguardo alcuni scenari che raramente coinvolgono direttamente gli studenti. Ci riferiamo ad esempio alle maxi-emergenze.
A tal riguardo, Chow, Hung, Chu & Lam hanno condotto uno studio (Chow, M.C.M., Hung, M.S.Y., Chu, J.W.K. et al. Factors affecting nursing students’ intention to use a 3D game to learn field triage skills: a structural equation modelling analysis. BMC Nurs 21, 46 (2022). https://doi.org/10.1186/s12912-022-00826-0) utilizzando la realtà virtuale al fine di coinvolgere i partecipanti nell’apprendimento esperienziale in un ambiente virtuale realistico. Lo scopo dello studio era “apprendere le abilità di triage sul campo utilizzando un gioco 3D”.
Foronda et al. già nel 2016 affermavano la necessità per gli infermieri “di comprendere i principi ed essere competenti nella gestione del triage, visto che li influenzerà indipendentemente dal loro ruolo nella gestione dei disastri”. In caso di maxi-emergenza, catastrofe o altro, gli operatori dell’emergenza-urgenza, devono essere in grado di reagire in modo corretto e rapido. A tal riguardo lo studio di Smith et al. (2013) aveva suggerito che l’obiettivo principale dei tutor consisteva nel “preparare gli studenti infermieri a riconoscere i problemi delle vittime in una fase iniziale del triage, in particolare quegli studenti che si trovano nella loro esperienza clinica finale”.
Eppure, gli scenari finora descritti non rappresentano una routine per i tirocinanti, e spesso al loro verificarsi, il personale sanitario in servizio concentra le proprie attenzioni sul fornire cure ed assistenza vitali alle vittime, tralasciando a volte la funzione di tutoring.
Un rimedio finora utilizzato al fine di migliorare la risposta sanitaria è stato quello di ricorrere alle simulazioni, coinvolgendo studenti, volontari del soccorso e soprattutto “attori” e mezzi. Si tratta senz’altro di un ottimo strumento formativo, ma dispendioso dal punto di vista economico, di gestione delle risorse umane, del territorio e delle infrastrutture. Di conseguenza, queste simulazioni sono difficili, se non impossibili, da ripetere (Foronda et al. 2016).
Qui entra in scena la realtà virtuale, grazie alla quale gli operatori sanitari e futuri tali, possono utilizzare ambienti tridimensionali in grado di simulare alcuni aspetti e scenari di vita reale. Inoltre, si tratta di una tecnologia economicamente vantaggiosa e facilmente ripetibile, tale da consentire agli infermieri di esercitare le proprie abilità. L’evidenza ha dimostrato che la suddetta realtà virtuale costituisce una scelta praticabile per la formazione del personale addetto coinvolto nel triage di massa, rispetto alle esercitazioni standardizzate per i pazienti (Andreatta, Maslowski, Petty et al. 2010). Il più grande vantaggio dell’utilizzo del 3D è quello di fornire ai tirocinanti un ambiente sicuro per esercitare le proprie abilità, le quali migliorano e rimangono elevate e performanti attraverso l’uso ripetuto e continuo.
Chow et al. nella progettazione del loro gioco 3D si sono ispirati ad un fatto realmente accaduto ad Hong Kong, ovvero hanno realizzato la loro esperienza formativa rappresentando un incidente avvenuto il primo maggio 2008: l’autista di un autobus che trasportava 61 passeggeri ha perso il controllo del suo veicolo, il quale si è capovolto, scontrandosi poi contro una barriera antirumore. Il tetto dell’autobus si è schiacciato, provocando la morte di 19 persone e il ferimento di 43.
Costruito lo scenario, entrano in campo gli studenti di infermieristica: arrivato sulla scena, lo studente verrà informato di essere il primo soccorritore sulla scena; gli sarà chiesto di fare una rapida valutazione della situazione, quindi procedere con il triage. Lo stato di ogni vittima o ferito sarà valutato mediante una visualizzazione diretta, facendo clic sulle icone, al fine di eseguire i controlli appropriati. Completate le necessarie verifiche e valutazioni, “il giocatore” assegna la priorità secondo il sistema di triage vigente in quel particolare ente ospedaliero:
Al termine del triage, lo studente continua su altre vittime/feriti.
Ogni setting comprende 20 vittime e se il tirocinante non riesce a completare il suo percorso entro 20 minuti, la simulazione si interromperà e lui potrà scegliere di riprovare o uscire dal gioco.
La formazione con limiti di tempo imposti per il completamento delle attività incoraggia e prepara a operare efficacemente in un ambiente stressante. Al completamento della simulazione la performance di ogni partecipante verrà salvata così da poter essere rivista sia dal discente che dal docente.
Certamente siamo di fronte ad una nuova e funzionale esperienza didattica, utilizzabile proprio in quelle situazioni che meno frequentemente coinvolgono gli studenti; è opportuno però sottolineare il fatto che “non ci sono in letteratura prove a sostegno di un gioco 3D in un programma infermieristico al fine di facilitare l’acquisizione di abilità nella gestione delle maxi-emergenze, per cui lo scopo della ricerca è consistito nell’esplorare i fattori in grado di influenzare gli studenti di infermieristica verso l’uso di un gioco tridimensionale, al fine di apprendere le abilità di triage” (Chow et al. 2022).
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