Contributi e Opinioni 20 Luglio 2022 10:39

La ricerca non può avere confini amministrativi, intervenga l’Autorità Garante

di Luigi Cajazzo, Direttore Generale Fondazione Ricerca Biomedica Lombardia

di Luigi Cajazzo, Direttore Generale Fondazione Ricerca Biomedica Lombardia
La ricerca non può avere confini amministrativi, intervenga l’Autorità Garante

Mentre l’Europa va avanti con la creazione di uno spazio europeo dei dati sanitari prevista dal Regolamento UE 2021/522 e pensa ad un formato comune europeo per i documenti sanitari e ad un organismo responsabile che vigilerà sulla finalità dell’utilizzo dei dati, in Italia vige ancora un sistema che vede la ricerca clinica stretta nella morsa di regole giuridiche che, se non la ostacolano, certamente non la agevolano.

E così, nonostante le aperture a livello europeo – del Legislatore che considera la ricerca scientifica un settore per il quale occorre flessibilità regolatoria e interpretativa e dell’European Data Protection Board (EDPD) che ammette la legittimità di un consenso al trattamento dei dati in termini generali per finalità di ricerca con la fornitura periodica da parte del titolare del trattamento di informazioni sullo sviluppo e l’avanzamento del progetto di ricerca – molti ricercatori italiani si scontrano, ancora oggi, con approcci di particolare rigidità operativa.

Ciò vale soprattutto per gli IRCCS (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) che non riescono ad acquisire un ampio consenso informato al trattamento dei dati in relazione a qualunque studio coerente con l’area disciplinare riconosciuta e approvata dal Ministero, mentre lo stesso Legislatore italiano considera legittimo il trattamento,  a fini di ricerca, dei dati personali raccolti per l’attività clinica da parte dei medesimi Istituti (articolo 110 bis, comma 4, del Codice per la protezione dei dati personali).

Alla luce delle novità che arrivano da oltre frontiera, sarebbe davvero auspicabile un intervento interpretativo dell’Autorità Garante che sancisca, senza riserve, la possibilità di utilizzare appieno i dati per finalità di ricerca nell’ambito di progetti differenti, sempre nell’area disciplinare di riferimento. Per le stesse ragioni, gli IRCCS depositari dei dati dovrebbero poterli condividere con università e altri enti di ricerca con finalità non profit, con la costruzione di repository comuni e registri informatizzati.

La ricerca non può avere confini amministrativi e il lavoro di rete – e il data sharing soprattutto – rappresentano armi irrinunciabili per il progresso della scienza, specie nel trattamento e nella cura delle malattie.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Donne “cenerentole” della ricerca in Europa, anche se metà dei laureati e dottorati è “rosa”
Le donne rappresentano circa la metà dei laureati e dei dottorati in Europa, ma abbandonano progressivamente la carriera accademica, arrivando a costituire appena il 33% della forza lavoro nel mondo della ricerca, e solo il 26% dei professori ordinari, direttori di dipartimento o di centri di ricerca. È il quadro tratteggiato in un articolo sulla rivista The Lancet Regional Health
Tumori: Rai e AIRC insieme per trasformare la ricerca in cura
"La ricerca cura". E' questo lo slogan della grande maratona di Rai e Fondazione Airc che, come ogni anno, uniscono le forze per trasformare la ricerca sul cancro in cura
Pnrr: con PRP@CERIC nuova infrastruttura di ricerca per studiare agenti patogeni
Un'infrastruttura di ricerca altamente specializzata, unica in Europa, che integra strumentazioni e competenze in biologia, biochimica, fisica, bio-elettronica, bio-informatica e scienza dei dati per studiare agenti patogeni di origine umana, animale e vegetale e intervenire rapidamente per contrastare la diffusione di possibili nuovi focolai di malattie. Questo è l'obiettivo del progetto PRP@CERIC, finanziato con 41 milioni di euro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Creato ceppo Covid letale all’80% nei topi, la condanna della scienza
Un gruppo di ricercatori americani ha creato un nuovo ceppo Covid mortale all'80% nei topi. La comunità scientifica sostiene che si sta «giocando con il fuoco»
Il cerotto intelligente: lo applichi sulla pelle e ti “dice” come stai
I ricercatori dell’Università di Chicago: «Il nostro dispositivo è dotato di un chip che, imitando il cervello umano, è in grado di raccogliere dati da più biosensori e trarre conclusioni sulla salute di una persona». In futuro potrebbe essere utilizzato anche per inviare avvisi a pazienti e medici in caso di necessità
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...