Gentile Direttore, è di queste ore la notizia della aggressione al vice sindaco di Villa Latina, in provincia di Frosinone, colpita mentre stava partecipando ad un incontro in Comune con alcuni cittadini. Accompagnata al pronto soccorso di Cassino, le hanno riscontrato delle ecchimosi al volto ed un occhio tumefatto. L’autrice dell’aggressione risulta sia stata denunciata […]
Gentile Direttore,
è di queste ore la notizia della aggressione al vice sindaco di Villa Latina, in provincia di Frosinone, colpita mentre stava partecipando ad un incontro in Comune con alcuni cittadini.
Accompagnata al pronto soccorso di Cassino, le hanno riscontrato delle ecchimosi al volto ed un occhio tumefatto.
L’autrice dell’aggressione risulta sia stata denunciata per lesioni e minacce.
Al vice sindaco, con un pizzico di triste ironia, la Cisl Medici Lazio da il benvenuto in un club ormai non più esclusivo, quello di chi ha subito aggressioni nell’espletamento del proprio dovere al pari di medici, infermieri, autisti dei mezzi pubblici, arbitri di calcio, agenti della polizia di stato.
Il comunicato emanato dal Sindaco per esprimere vicinanza e solidarietà alla consigliera aggredita fa riflettere. Differenziando le circostanze rimangono tuttavia chiari quei concetti, stupore e sensazione di impotenza, che possono essere applicati anche alla fenomenologia aggressiva verso gli operatori sanitari. Scrive infatti il sindaco che la sua vice è stata “vittima di un’aggressione ad opera di una cittadina, colpita con pugni e percosse tanto da dover ricorrere a cure mediche presso il pronto soccorso dell’ospedale di Cassino”.
E prosegue come sia “comprensibile lo sconforto e lo stato di ansia provocato da un’azione sconsiderata e fuori luogo, sicuramente ingiustificata ed ingiusta nei confronti di chi si dedica alla causa pubblica con abnegazione e continuità. Tutto ciò assume forte rilevanza se si riconduce al clima di odio ed alle spaccature che si sono generate nel paese, che certamente non giovano ad un sereno svolgimento della vita amministrativa”.
Come Cisl Medici Lazio, in attesa di registrare la prossima aggressione al personale medico ed infermieristico, ricordiamo come l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio aveva nell’agosto 2019 rappresentato l’ipotesi di un daspo urbano per chi compie atti reiterati di violenza ai danni degli operatori sanitari.
Il ripristino dei posti di pubblica sicurezza all’interno degli ospedali era stata la seconda valida proposta dell’assessore. Era agosto dell’anno scorso e le aggressioni sono continuate senza sosta.
Avere la certezza che l’Azienda Sanitaria e la Regione, ovvero i datori di lavoro degli operatori della sanità regionale, si costituiscono parte civile nel procedimento penale verso gli aggressori darebbe vigore al senso di appartenenza che ormai è da praticamente nullo.
Le chiediamo Assessore D’Amato, alla luce di quanto ormai noto all’opinione pubblica sulle aggressioni ai medici ed agli infermieri, se darà mai indicazioni alle aziende di costituirsi parte civile contro gli aggressori?
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