La Presidente dell’Associazione Italiana Ospedalità Privata valuta negativamente la bocciatura degli emendamenti che puntavano ad abrogare il tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni dalle strutture di diritto privato del SSN
«Quella che il Parlamento si appresta a varare, per quanto attiene l’attenzione alla sanità, è una legge di Bilancio deludente. Un settore che risponde alle esigenze reali degli italiani ma che sono state ignorate dagli articoli della Manovra. Tra le 3024 proposte emendative – spiega Barbara Cittadini, Presidente nazionale di Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata – sono stati presentati in maniera trasversale tre emendamenti fondamentali, che non comportano oneri di spesa a carico della finanza pubblica – rispettivamente a firma Lucaselli, Cappellacci e Faraone – che hanno un solo obiettivo: abrogare il tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni dalle strutture di diritto privato del SSN, che erogano prestazioni alla popolazione, previsto dalla “Spending review” del 2012. Proposte che hanno tale condivisione e ragione d’essere che sono rientrate tra gli emendamenti super segnalati per abrogare un tetto, nato in fase emergenziale, ma che oggi è datato, anacronistico, illogico e di dubbia costituzionalità».
«Un vincolo che blocca, ormai da dieci anni, la capacità programmatoria delle Regioni – continua Cittadini – e non utilizza le potenzialità della componente di diritto privato del Servizio Sanitario Nazionale, con un conseguente impoverimento quali-quantitativo nell’erogazione delle prestazioni. Non è un caso che, durante la crisi pandemica, il Governo abbia dovuto agire in deroga a questa norma con almeno tre distinti provvedimenti di legge, a dimostrazione che provoca un blocco delle prestazioni sanitarie a danno dei bisogni reali del Paese. Il suo superamento è stato chiesto, con determinazione, dalla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, vista l’impossibilità di rispondere alla domanda di salute della popolazione, e, non ultimo, dalla Cimop, la Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata. Nonostante il grande impegno profuso dai partiti, e la particolare attenzione del capogruppo di FdI in Commissione Bilancio, la volontà politica ha trovato ostacoli tecnico-burocratici, di dubbia fondatezza, che hanno portato ad esitare il parere contrario alle proposte emendative».
«Mi chiedo, allora – commenta la Presidente di Aiop – quale sia il valore della volontà popolare, espressa attraverso i rappresentanti in Parlamento, se poi a decidere sono alcuni alti burocrati che, da quello che appare, disconoscono le reali e concrete necessità della popolazione. È bene, quindi, rammentare i dati in merito alle liste d’attesa che aumentano sempre di più, della mobilità sanitaria non fisiologica, che crea significative diseguaglianze sociali e il drammatico fenomeno della rinuncia alle cure, che sta assumendo una dimensione allarmante. La componente di diritto privato del Servizio Sanitario Nazionale garantisce il 28% di tutte le prestazioni e di tutti i servizi ospedalieri resi alla popolazione, assorbendo il 14% della spesa ospedaliera pubblica. E potrebbe fare ancora di più, se non fosse penalizzata da vincoli che, ormai, non hanno più ragione di esistere. Insieme a scelte nel merito delle quali non desideriamo entrare ma non legate ad un diritto costituzionale, si sarebbe potuto garantire il diritto alla salute della popolazione che i padri costituenti hanno definito e, certamente, non a caso, fondamentale nella Costituzione», conclude Cittadini.