Oggi alla partenza della Maratona di audizioni del Ministero sul Patto per la salute il Segretario Nazionale SIVeMP Aldo Grasselli ha esordito così rivolgendosi al Ministro della salute Giulia Grillo: “Prendendo la parola in questo consesso sento che tutto, tranne la sua personale cortesia – gentile Ministro Grillo – è contro di me. Si parla […]
Oggi alla partenza della Maratona di audizioni del Ministero sul Patto per la salute il Segretario Nazionale SIVeMP Aldo Grasselli ha esordito così rivolgendosi al Ministro della salute Giulia Grillo:
“Prendendo la parola in questo consesso sento che tutto, tranne la sua personale cortesia – gentile Ministro Grillo – è contro di me. Si parla qui del Patto della salute in cui non c’è traccia di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare. La veterinaria pubblica non ha mai goduto di tanta importanza a livello mondiale come in questi anni di globalizzazione dei commerci e degli scambi di merci e di conseguenza dei rischi per la salute animale e umana. Suona strano che nel Patto che – tra l’altro – regola le relazioni tra Stato e Regioni non sia stata prevista una riflessione per riequilibrare alcune competenze che le Regioni in cerca di autonomia da sole non possono svolgere e che il Ministero della salute, senza il coordinamento delle Regioni attraverso una pronta e efficiente catena di comando sui servizi veterinari rischia di non poter più fare per garantire salute animale e umana, consumatori imprese e mercati”.
“Entro il 2025 – continua Grasselli – andrà in pensione il 40% dei veterinari pubblici. Servono veterinari pubblici? L’importanza e la crucialità della categoria professionale si affermano in modo inconfutabile ma, forse, allo stesso tempo misconosciute per la gran parte delle realtà regionali che hanno esigenze molteplici e sempre prioritarie rispetto alla prevenzione e soprattutto tendono a ritenere decorativa l’attività dei dipartimenti di prevenzione. La conclusione è che se le Regioni non correranno ai ripari, proprio l’Italia – ponte sul Mediterraneo e patria del food di qualità – potrebbe diventare luogo di diffusione di gravi patologie animali che impatterebbero pesantemente sulla nostra economia, con il rischio di non poter esportare prodotti agro alimentari per anni.
L’efficacia e il riconoscimento internazionale dell’appropriatezza dei servizi veterinari a tutti i livelli di “autorità competente” (Ministero-Regione-ASL) non è solo fondamentale per garantire il “benessere” e la salute animale, è anche fondamentale per gli sbocchi commerciali delle nostre imprese. In un’ottica “One Health” il ruolo dei servizi veterinari è indispensabile per dare senso alla lotta alla antimicrobico resistenza e alla lotta alle malattie infettive trasmissibili all’uomo (70% sono di origine animale). Poi, in un’epoca e in uno scacchiere globale che finalmente attribuisce grande valore a vigilanza, presidio delle filiere alimentari e certificazioni, per arrivare alla qualità ambita dai consumatori e premiata dai mercati, sarebbe assurdo non prevedere le necessarie innovazioni di un sistema che viene ritenuto – a ragione – un modello ideale, frutto delle riforme sanitarie italiane (833/78 e 502/92) che ancora danno robustezza al Ssn”.
Grasselli ha poi segnalato una patologia l’Afta Epizootica, che è la madre di tutte le malattie animali. La patologia serpeggia nell’Africa del nord e potrebbe affacciarsi sulle nostre coste facendo molti morti (solo animali) ma danni immensi alla nostra economia e al nostro PIL. “Segnatevi questo nome: Afta Epizootica. Se nei prossimi anni sarà destrutturata le rete dei servizi veterinari il nostro Paese potrebbe trovarsi senza strumenti per debellare in poco tempo una malattia che colpisce praticamente tutti i grandi animali allevati costringendoci a olocausti e a danni irreparabili per la zootecnia e il suo indotto di filiera, dai foraggi ai trasporti, dal food alla manutenzione del territorio rurale. A fronte di tutto ciò è lecito attendersi uno sforzo programmatorio maggiore da parte delle istituzioni nazionali e regionali, centrato proprio sulla risorsa professionale di una medicina veterinaria pubblica in seno al Ministero della salute, la sua formazione e impiego in tutti i gangli dell’organizzazione sanitaria e della produzione agro-zootecnico-alimentare. L’occasione di questa consultazione pubblica per preparare il prossimo Patto per la Salute non deve essere sprecata Ministro Grillo – ha concluso Grasselli – i veterinari pubblici oggi le hanno prospettato gli scenari futuri e si aspettano un segnale che indichi un cambio di strategia”.