La professione di aiuto implica una ricerca costante, che deriva dall’esigenza di una più profonda comprensione di sé stessi, sia come singoli individui, sia come parte di un universo complesso.
Questo processo di indagine ha mosso il mio interesse verso la Mindfulness, un approccio teorico e pratico all’esistenza che affonda le sue radici principalmente nelle tradizioni contemplative buddiste e che negli ultimi anni ha visto una rapida diffusione in occidente, tanto da rischiare di rendere una moda ciò che in realtà è un contenitore di profondi insegnamenti di vita.
Perchè la Mindfulness, come è ormai ampiamente dimostrato dalle evidenze scientifiche, ha un ruolo significativo nel benessere psicofisico della persona?
L’attività della mente è intensa e continua, ma molto spesso, senza che ce ne accorgiamo, ci scollega dalla realtà presente: il corpo è ancorato nel “qui ed ora”, mentre la mente produce una moltitudine di pensieri, ricordi, immagini e preoccupazioni che ci proiettano altrove, in un passato che giudichiamo doloroso, o in un futuro che reputiamo preoccupante. Ecco che il pilota automatico assume il controllo della nostra esistenza: il nostro corpo è presente e compie azioni in modo ripetitivo, mentre la mente vaga altrove; questa scissione tra corpo e mente rompe un’unità che è imprescindibile per vivere con pienezza ogni momento e che ci consente di riconoscere il nostro essere in relazione con l’universo.
Il termine anglosassone Mindfulness traduce la parola sati, che in lingua pali (la lingua in cui Buddha comunicò i suoi insegnamenti) indica la qualità della consapevolezza, cioè un atteggiamento di attenzione e concentrazione costante, esente dal giudizio, nei confronti del nostro essere e di tutte le cose che ci è consentito conoscere nel contesto presente. La pratica del “prestare attenzione” significa riconoscere dove l’attenzione stessa si sta dirigendo, e soprattutto imparare a scegliere dove noi intendiamo dirigerla; la capacità di vivere con consapevolezza ci aiuta ad abbandonare gli scemi di pensiero acquisiti, che provocano ansia e stress, e a sostituire i comportamenti automatici con scelte funzionali. Ciò consente di imparare a guardare le cose per quello che sono; si tratta di un apprendimento del tutto nuovo per la mente, che per sua natura tende a cercare di avversare o cambiare la realtà.
La Mindfulness fonda su 7 Principi cardine che rappresentano un’utile guida per implementare una presenza mentale attiva e consapevole:
- Non giudizio: occorre assumere l’atteggiamento di testimoni imparziali rispetto alle nostre esperienze; coltivare la consapevolezza significa semplicemente sperimentare e osservare ciò che ci accade evitando l’attribuzione di giudizi positivi o negativi
- Pazienza: si tratta della comprensione che ogni cosa richiede il suo naturale tempo di maturazione.
- Mente del principiante: la nostra lettura del presente è condizionata dalle esperienze precedenti, ma possiamo osservare la realtà sotto una nuova luce, mettendo da parte le vecchie convinzioni che ci impediscono di vedere le cose per ciò che sono.
- Fiducia: occorre sviluppare la fiducia nelle nostre sensazioni e intuizioni, che vanno rispettate affinché possiamo trovare una guida in noi stessi.
- Accettazione: è necessario sviluppare la capacità di vedere le cose così come sono nel momento presente, senza resistere o forzarle ad essere come vorremmo che fossero
- Non cercare risultati: in genere mettiamo in campo delle azioni per ottenere un determinato risultato; questo costituisce un ostacolo alla possibilità di essere noi stessi
- Lasciare andare: la nostra mente tende all’attaccamento, nei confronti di emozioni, pensieri, situazioni, tentando di rievocarle se sono piacevoli, o a respingerle se sono piacevoli; è utile imparare semplicemente ad osservarle ed accettarle come esperienza del momento, per poi lasciarle andare
Queste linee guida sono spesso oggetto di fraintendimento: tutto sembra apparentemente ruotare attorno all’acquisizione di un atteggiamento di rassegnazione nei confronti della vita, in cui l’essere umano non è più protagonista, ma solo un apatico spettatore. Che fine fa la capacità di discernimento e la possibilità di prendere decisioni in autonomia, se mentre tutto scorre la persona deve solo accettare, aspettare, osservare, non perseguire obiettivi e lasciare che tutto faccia il proprio corso?
In realtà praticando la Mindfulness la persona acquisisce una visuale chiara e completa sul proprio universo esperenziale, ottenendo una serie di benefici in grado di aumentare considerevolmente la qualità della vita; sono molteplici gli studi scientifici che confermano la presenza di cambiamenti, che avvengono sul piano dell’esperienza interiore come sul comportamento che si rivolge all’esterno:
- Implementazione dell’equilibrio emozionale: la mindufulness aiuta a identificare le emozioni, a riconoscerle e ad individuare l’attivazione corporea conseguente al vissuto emotivo
- Sviluppo del pensiero libero dal giudizio: lo sviluppo di un pensiero scevro dal giudizio ci dà modo di vivere ogni esperienza, emozione, accadimento senza preconcetti e stereotipi; questo atteggiamento favorisce apertura e curiosità verso il nuovo
- Maggiore serenità e fiducia: nel momento in cui diventiamo capaci di accogliere tutte le esperienze, piacevoli e spiacevoli, siam in grado di approcciarci alle diverse situazioni della vita con maggiore disponibilità e serenità
- Capacità attentive: sviluppare la capacità di dedicare tutta la nostra attenzione a ciò che si sta vivendo produce un aumento della concentrazione e della consapevolezza, che permette anche di riconoscere la differenza tra stressor reali e immaginari.
- Diminuzione dei livelli di stress: Il ritmo di vita basato sulla corsa al raggiungimento di sempre nuovi traguardi è la principale causa di stress, infelicità, ansia e malattia; la Mindfulness incoraggia l’attitudine contemplativa che consente di procedere con lentezza e attenzione costante
- Capacità decisionale: quando la mente è subissata di input ed è confusa, non riesce a vedere le cose lucidamente. La mindfulness permette alla mente di osservare se stessa come se fosse un testimone imparziale, questo significa vedere le cose in maniera più chiara e riuscire a prendere più facilmente le decisioni che sentiamo essere più consone ai nostri bisogni.
- Capacità di affrontare le situazioni negative: la mindfulness aiuta ad affrontare gli stati emotivi dolorosi, senza che la mente metta in atto fughe e strategie difensive dannose. Permette di accogliere l’inevitabilità del cambiamento e consente una migliore gestione delle emozioni negative, che vengono percepite come meno disturbanti. La presenza mentale aiuta a tenere sotto controllo anche le emozioni più fastidiose, come ansia e preoccupazione.
- Diminuzione dell’impulsività: La mindfulness aiuta ad abbandonare i comportamenti impulsivi e le risposte automatiche. La presenza mentale permette di capire meglio il legame tra pensieri, emozioni e atteggiamenti, attivando la facoltà di dare una risposta agli eventi, anziché mettere in campo una reazione dettata dall’impeto
- Sviluppo della capacità di ascolto: La pratica della piena consapevolezza incrementa la capacità di ascolto della persona, verso se stessi e verso gli altri; un ascolto consapevole implica la presenza di una comunicazione più chiara e la riduzione delle incomprensioni.
- Miglioramento dei rapporti con gli altri: un maggiore ascolto, un atteggiamento non giudicante, una rinnovata fiducia e curiosità migliorano la qualità delle relazioni. Quando si è meno distratti si presta maggiore attenzione a coloro con cui entriamo in contatto, si è più inclini all’ascolto, ad accogliere le necessità e le esigenze del prossimo; inoltre la tolleranza aumenta grazie all’empatia e alla capacità di comprensione delle diversità.
- Accrescimento dell’autostima: grazie a un atteggiamento di totale apertura verso nuove esperienze, la mindfulness permette di rinunciare a tutto ciò che limita le possibilità di una persona sviluppando fiducia e infondendo sicurezza e coraggio; la paura diminuisce e aumenta la capacità realizzare gli obiettivi.
- Aumento delle capacità cognitive: la mindfulness allena la concentrazione e diminuisce le distrazioni, producendo effetti positivi sulla memoria e la capacità di focalizzazione. Inoltre incrementa la capacità di risolvere i problemi in modo più creativo e flessibile.
- Migliora la qualità della vita: grazie all’attenzione al momento presente, la situazione personale cessa di essere il fulcro di ogni pensiero. La mente si apre verso nuovi scenari, cogliendo la pienezza di ciò che la circonda e aprendosi alla possibilità di sperimentare tutto come se fosse la prima volta.
- Migliora la gestione degli stati psicopatologici: Per tutte i motivi elencati fino a questo momento, la pratica della mindfulness è notevolmente utile nella gestione di disturbi d’ansia, gli attacchi di panico, i disturbi alimentari, le ricadute depressive, le dipendenze, etc.
- Riduzione del dolore: diversi studi hanno evidenziato effetti significativi della mindfulness nel trattamento del dolore cronico; in questo caso non agisce sui contenuti dolorosi, interni o esterni che siano, ma sulla relazione che con essi abbiamo.
La mindfulness, infine, aumenta la risposta immunitaria perché ha un effetto opposto a quello di risposta allo stress e del conseguente carico allostatico. Ha inoltre un ruolo positivo nella riduzione della risposta infiammatoria, quindi può essere importante nella gestione di molte malattie infiammatorie e autoimmuni.
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