di Medici USCA
Buongiorno,
siamo un gruppo di Medici USCA operanti in tutte le parti d’Italia, ed abbiamo accolto con delusione la notizia, trapelata da fonti interne al Governo, che il Ministro Speranza sia intenzionato a chiudere definitivamente il progetto USCA per Giugno.
Inoltre apprendiamo con rammarico come la Regione Puglia, andando addirittura contro le indicazioni del Governo, abbia già quasi del tutto sospeso il servizio. Le USCA sono la prima linea per prendere in carico qualsiasi paziente con sintomatologia influenzale o Covid positivo.
La sospensione del servizio, nel medio termine, potrebbe avere risvolti drammatici in primis per i pazienti ma anche per il resto delle figure sanitarie. Ci troviamo nel periodo di minor restrizioni dall’inizio della pandemia e riteniamo ragionevole tenere alta la guardia, anche in vista degli assembramenti estivi e dell’arrivo della stagione autunnale.
L’USCA in questi due anni si è occupata prettamente di :
Non pensiamo solo al vaccino anti Covid, per il quale abbiamo svolto un ruolo essenziale nella campagna vaccinale più imponente della storia, ma potremmo essere impiegati per accelerare le vaccinazioni per influenza, pneumococco, meningococco, epatiti virali, herpes zoster ecc. come già avvenuto con successo in varie regioni
Gli importanti tagli di personale che ci sono stati con il termine dello stato di emergenza hanno messo a dura prova il nostro sistema.
Riteniamo questo clima di instabilità e di mancanza di visione a lungo termine molto pericoloso per la qualità del servizio offerto, soprattutto in caso di carichi di lavoro eccessivi, e per la possibile difficoltà di reclutamento future da parte di medici che non vedranno prospettive in un servizio che hanno sviluppato con quel poco che le Asl hanno offerto.
Oltre a questo, i medici che si sono ritrovati a combattere il Covid in prima linea da Marzo 2020 rischiando più volte di perdere la vita, si sono visti esclusi, ritrovandosi licenziati da un giorno all’altro.
Sono quindi diversi gli interrogativi che ci poniamo: come considerare il nostro impiego in queste nuove fasi? Come integrarlo con le nostre altre occupazioni? Quale sarà il futuro di queste unità al di fuori della pandemia?
L’esperienza di questi due anni ci ha insegnato che le USCA sono state e sono tuttora un modello di sanità vincente, anche al di là della pandemia virale.
Queste unità sono una determinante arma in più per il sistema sanitario e per il cittadino.
Sono state colmate molte lacune presenti nella medicina del territorio ed è stato minimizzato il numero di accessi in ospedale consentendo così di alleggerire la pressione su queste ultime strutture anche nei momenti più critici.
Si è verificata una vera e propria formazione sul campo di centinaia di giovani medici che hanno affrontato questo evento senza precedenti. Senza scendere in troppi tecnicismi si pensi alla possibilità di eseguire e verificare esami come emogasanalisi arteriosa o ecografia toracica al domicilio del paziente.
Ripartire da zero, dopo questi due anni, dopo il bagaglio di esperienze e culturale creato, gettando al vento queste preziose risorse, riteniamo che sarebbe veramente un grande spreco.
Chiediamo quindi maggior chiarezza e sensibilità al ministero della Salute e alle forze politiche verso questo progetto contenuto nel DM 71 ribadendo la volontà di metterci a disposizione per questo importante miglioramento della sanità.
Se da cittadini desideriamo un ritorno alla normalità, da sanitari auspichiamo un progresso verso una nuova normalità, nella quale questa triste pandemia ci avrà lasciato in eredità uno strumento in più per colmare le storiche lacune della sanità territoriale.
In questa lettera ci rivolgiamo soprattutto al Ministro Speranza il quale ha più volte ha elogiato il personale sanitario e vantato un segno positivo nell’aumento dei fondi del fondo sanitario nazionale durante il suo mandato.
Purtroppo ad oggi vediamo un importante inversione di tendenza a partire dal taglio di 300 milioni l’anno alla Sanità già dal 2023 ed un licenziamento di massa del personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid, lasciando cosi nel totale oblio milioni di pazienti fragili che non avranno la possibilità di un’adeguata assistenza domiciliare e che saranno abbandonati a se stessi o nelle sale di attesa dei PS.
Ministro, la pandemia ci ha insegnato questo?
Speriamo di poterci ricredere al più presto.
Vi porgiamo i nostri più cordiali saluti.
In fede,
Matteo Pardossi
Cesare De Virgilio
Vincenzo Lavecchia
Claudio Corazzi
Riccardo Mascaretti
Francesca Giovane
Carmen Anania
Lorenzo Conciarelli
Davide Addis
Giulio Gagliardi
Giuseppe Ciminelli
Simona Autunnali
Salvatore Rampulla