Contributi e Opinioni 10 Novembre 2022 10:07

Noi ci crediamo!

di Benedetto Magliozzi, Segretario generale nazionale CISL Medici

di Benedetto Magliozzi, Segretario generale nazionale CISL Medici

Di fronte alle ipotesi di destinazione dei finanziamenti previsti dal PNRR, alla negoziazione del rinnovo del contratto, ai postumi lasciati dalla pandemia… si staglia una figura forte e antica come il giuramento di Ippocrate, ma allo stesso tempo corazzata per fronteggiare i tempi moderni e le richieste di una comunità che cambia e di una sanità in affanno. In questa figura leale e coraggiosa, moderno eroe troppo spesso messo nel dimenticatoio, noi non smettiamo di credere e di riporre aspettative per una sanità in continua evoluzione.

Crediamo nei giovani, futuro della nazione e risorsa della professione, anche se sempre più spesso sono loro, i nuovi medici, a non credere più che quel futuro possa concretizzarsi nella loro terra, dando così avvio a quella che viene chiamata “fuga di cervelli”, ma che con la codardia del fuggire ha ben poco: è una scelta ponderata e sofferta, spinta da una considerazione nei loro confronti sempre meno espressa dalle istituzioni e dalla stessa comunità.

Crediamo, per questo motivo, nella stabilità del posto di lavoro e nella lotta al precariato. Il fatto che il malcontento stia crescendo così rapidamente tra i giovani medici dà voce alla sensazione che non si stia facendo abbastanza per valorizzare le nostre risorse umane. Aumenta così il numero di professionisti sanitari e ricercatori che, in balia del precariato, dei turni massacranti e della conseguente mancanza di rispetto della professione sanitaria scelgono di esercitare all’estero, dove risulta essere più gratificante, dal punto di vista economico ma anche, e soprattutto, di valorizzazione della propria professionalità. Alla “fuga dei cervelli” contrapponiamo il “rientro dei cervelli”, incentivandoli con un’offerta e una considerazione che valorizzi il loro valore.

Crediamo nell’incremento della presenza femminile in tutti gli ambiti sanitari, dalle corsie ai vertici, in un mondo in cui le quote dovrebbero guardare al merito più che al colore e in cui le professioniste non dovrebbero essere costrette a confrontarsi con un mercato del lavoro che in Italia risente ancora di disparità retributive fra generi. La rappresentanza femminile risulta penalizzata sia nella professione che nell’ambito universitario, settori in cui la presenza delle dottoresse si presenta massiccia all’inizio, e poi sempre più ridotta man mano che si scalano i livelli gerarchici. Senza considerare il percorso ad ostacoli che tuttora, anno 2022, contraddistingue il tentativo di conciliare famiglia e carriera, dove gli ostacoli sono rappresentati dagli incastri dei turni, dalle discriminazioni di genere, dal precariato, da una mancata distribuzione delle cariche apicali e da scarsissime politiche a tutela della famiglia.

Crediamo nel benessere e nella passione che contraddistingue l’esercizio della propria professione e che troppo spesso vacilla: sono gli stessi medici a chiedere a gran voce che vengano assunte garanzie e tutele nel rispetto della dignità in corsia così come in ambulatorio, nel pubblico così come nel privato, in trincea così come nei ruoli apicali. Anni di criticità e malessere professionale stanno determinando la rassegnazione e l’abbandono in una figura che ora appare soffocata da compiti non sempre idonei, pressata da malessere e born out, penalizzata da tagli di risorse, minacciata da aggressioni verbali e, sempre più spesso, fisiche.

Crediamo nelle nuove tecnologie perché sono innumerevoli le branche tecniche, digitali e organizzative, la telemedicina in primis, che possono essere messe a servizio di chi è a servizio dei pazienti. In un discorso di rinnovamento che preveda l’articolarsi di queste competenze.

Crediamo nella formazione che è l’anima della professione, un modo di migliorarsi continuamente e di mettersi continuamente in gioco.

Crediamo nella medicina di prossimità, un approccio che renda veramente effettiva l’integrazione tra il territorio e il paziente. Un territorio pronto a offrire servizi di iniziativa per alleggerire e velocizzare il carico delle strutture ospedaliere, ma anche per rendere il progetto di salute più a portata di paziente e a misura di comunità.

Crediamo, per questo motivo, che la Sanità potrà finalmente rappresentare non solo la storica lotta alla malattia, ma anche l’insieme di servizi e infrastrutture fondamentali per plasmare il contesto adeguato a rendere possibile questa battaglia, in un unico abbraccio tra il diritto alla Salute del paziente e il diritto alle migliori opportunità lavorative della classe medica. Il paziente al centro, ma anche il suo medico…

Crediamo, infatti, che non ci si possa esimere dal riconoscere la posizione centrale di chi, anche in situazioni al limite come quelle portate a galla nei mesi della pandemia, ha sempre garantito cure e assistenza alla comunità.

Per questi motivi non ci scorgerete in un angolo a monitorare l’affanno del nostro sistema sanitario, ma ci vedrete parte attiva nel dialogo con le istituzioni, confrontandoci con esse  sull’importanza della loro funzione di controllo, difesa e adempimento del bene comune. Siamo la CISL Medici e il nostro credo è la Sanità tutta.

 

 

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