Luciano Cifaldi, oncologo, Segretario generale Cisl Medici Lazio
Speriamo che il sentimento di vicinanza che nella scorsa primavera, durante la prima ondata della pandemia, ha unito la popolazione ai medici, agli infermieri, a tutti gli operatori sanitari in un comune sentimento non si trasformi oggi in un odio crescente verso chi indossa un camice bianco. Il rischio c’è ed è forte.
Siamo sempre noi a lottare contro questo virus, ad assistere i malati, a contare i contagiati anche nelle nostre famiglie e tra i nostri amici. Siamo ancora noi a dovere prendere conoscenza che un altro collega ci ha lasciato. Eppure, oggi non sentiamo vicino a noi la gente forse perché esasperata da una crisi che è sanitaria, economica, ma è anche crisi di solidarietà.
Di fronte a problemi crescenti, al manifestarsi di nuove povertà, il senso di impotenza che pervade sempre più il cittadino non deve trasformarsi in manifestazioni di aggressività verso chi sta lavorando senza tregua in prima linea. Siamo in guerra? Purtroppo, si, e come in ogni guerra ci sono eroi, disertori e traditori.
Ma la spettacolarizzazione di certi eventi tragici, con foto e riprese televisive, non rappresenta la realtà. E anche la realtà delle ambulanze in fila ai pronto soccorso, la realtà dei posti letto che mancano, dei dispositivi di protezione che scarseggiano non l’abbiamo creata noi operatori della sanità che delle scellerate scelte di programmazione sanitaria siamo vittime e non certo autori o complici. Ricordo i tagli alla rete ospedaliera, i tagli al personale, il blocco delle assunzioni e quanta politica si è riempita la bocca anziché agire per garantire il pieno diritto alle cure ai cittadini. Cittadini sempre più costretti a dover mettere le mani nel proprio portafoglio per accedere alle cure, cittadini che oggi rischiano di trovare un portafoglio vuoto. Il sistema è saltato a causa di questo virus che non sarà certo benedetto solo perché ha messo a nudo le debolezze di un sistema governato da manager che forse tanto sanno di economia ma nulla o quasi di assistenza.
Ed ora che siamo al fronte a combattere dobbiamo preoccuparci anche del fuoco “amico”, quello che ci arriva alle spalle. No, questo no. Francamente è troppo.
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