Negli ultimi anni, la Ricerca scientifica ha evidenziato un interessante parallelismo fisiopatologico tra il glaucoma e alcune patologie degenerative del sistema nervoso centrale, a partire da Alzheimer e Parkinson. Il glaucoma, non per nulla definito “il ladro silente della vista”, è oggi la seconda causa di cecità nei Paesi industrializzati e soltanto in Italia annovera […]
Negli ultimi anni, la Ricerca scientifica ha evidenziato un interessante parallelismo fisiopatologico tra il glaucoma e alcune patologie degenerative del sistema nervoso centrale, a partire da Alzheimer e Parkinson. Il glaucoma, non per nulla definito “il ladro silente della vista”, è oggi la seconda causa di cecità nei Paesi industrializzati e soltanto in Italia annovera un milione di pazienti: il 20 per cento di loro è esposto al rischio concreto di perdere completamente la vista.
Studi istologici e di imaging in vivo, nell’uomo, hanno dimostrato che in presenza di glaucoma non viene danneggiato il solo nervo ottico, ma l’intera via ottica viene coinvolta da un processo neurodegenerativo: sono quindi riscontrabili danni a carico di strutture cerebrali quali il Nucleo Genicolato e la corteccia visiva, sede dell’area visiva primaria.
Più recentemente ancora, è stato osservato che in alcuni pazienti glaucomatosi si assisterebbe anche a una progressiva compromissione strutturale e funzionale di zone cerebrali non propriamente deputate alla visione. Questo fenomeno nel suo insieme, denominato “degenerazione transinaptica”, è il processo che pare determinare l’estensione del danno glaucomatoso; a partire, infatti, dall’insulto pressorio a livello delle cellule ganglionari della retina, si propagherebbe centralmente sino alla corteccia visiva. Di tutto questo, si parlerà giovedì 26 ottobre, a partire dalle 11:30, in un incontro stampa presso la sala conferenze di Palazzo Theodoli, a Roma (in Via del Parlamento, 9 A). Il tema dell’incontro, organizzato con il patrocinio dell’Associazione Italiana per lo Studio del Glaucoma (AISG), sarà: “Nuove armi nella Terapia Medica del Glaucoma”.
I relatori saranno:
A moderare gli interventi sarà il giornalista Franco Di Mare.
Attualmente la gestione del glaucoma si basa sull’utilizzo di farmaci in collirio, molto efficaci nel ridurre la pressione oculare, e sull’esecuzione di trattamenti laser e di trattamenti chirurgici ancora più efficaci nel ridurre la pressione oculare. L’utilità clinica di tali modalità terapeutiche nel rallentare la progressione del danno visivo causato dal glaucoma è ormai comprovata da numerose e ben solide basi scientifiche. Possiamo quindi ritenere tale strategia terapeutica il cardine del trattamento del glaucoma.
Nonostante la ottima riduzione pressoria ottenibile con farmaci, laser o chirurgia, purtroppo, un certo numero di pazienti glaucomatosi può continuare a peggiorare.
Le recenti acquisizioni fisiopatologiche hanno quindi orientato la Ricerca scientifica internazionale a esplorare e a studiare molecole in grado di esercitare un potenziale effetto neuroprotettivo o di neuropotenziamento sulle cellule ganglionari retiniche, il nervo ottico e le vie ottiche centrali, con un meccanismo d’azione diretto sulle strutture nervose e quindi non necessariamente legato all’effetto ipotonizzante. Nella conferenza stampa saranno illustrati i promettenti risultati ottenuti dagli studi condotti con la citicolina in soluzione orale, ed in particolare da uno Studio multicentrico condotto in Italia e coordinato dal professor Rossetti.
La citicolina è una molecola già ampiamente studiata per il trattamento di alcune patologie neurodegenerative come l’Alzheimer, il Parkinson, l’ictus e la demenza; le più recenti e usufruibili modalità di somministrazione hanno però suscitato un crescente interesse verso la patologia glaucomatosa.
Il Ministero della Salute ha recentemente autorizzato la registrazione di una formulazione a base di citicolina in soluzione orale e ad alta biodisponibilità, come “AFMS”, cioè “Alimento a Fini Medici Speciali”, con indicazione glaucoma. È un prodotto da utilizzare sotto controllo medico, che ove indicato, può affiancare la terapia ipotensiva nei pazienti stabilizzati da un punto di vista pressorio, ma con progressiva riduzione del campo visivo.
È, insomma, il primo neuroprotettore indicato per il trattamento dei pazienti glaucomatosi. L’azione della citicolina avviene attraverso il reintegro dei fosfolipidi delle membrane cellulari danneggiate dal danno pressorio, e mediante stimolazione della sintesi di due importanti neurotrasmettitori coinvolti nella visione: la dopamina e la acetilcolina. Tutto nasce 30 anni fa da un’intuizione della Clinica oculistica dell’Università di Roma, che per prima al mondo intuì il possibile ruolo della citicolina nei pazienti glaucomatosi e ne ipotizzò l’effetto nel ridurre l’evoluzione del danno; le nuove sperimentazioni cliniche attualmente in corso ne confermeranno la valenza terapeutica.