«Accogliamo con favore, dopo lunghi anni di gestazione, il nuovo Codice deontologico degli infermieri nell’ambito di un processo di revisione delle norme professionali che viaggia di pari passo con le innovazioni del diritto e dell’evoluzione della professione. Ci riserviamo tuttavia di valutare nel dettaglio il documento, sulla cui bozza a suo tempo abbiamo espresso le […]
«Accogliamo con favore, dopo lunghi anni di gestazione, il nuovo Codice deontologico degli infermieri nell’ambito di un processo di revisione delle norme professionali che viaggia di pari passo con le innovazioni del diritto e dell’evoluzione della professione. Ci riserviamo tuttavia di valutare nel dettaglio il documento, sulla cui bozza a suo tempo abbiamo espresso le nostre osservazioni, ma nel quale al momento non siamo riusciti a trovare la parte di grande rilevanza dedicata all’esercizio, in qualche modo imposto a tanti colleghi, di funzioni non pertinenti a quelle del profilo professionale infermieristico. Un’occasione persa”. Così Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up, commenta la pubblicazione da parte della Fnopi del nuovo Codice deontologico.
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«Ravvisiamo dei profili di criticità – avverte – perché il nostro Codice non affronta, immagino dandolo per scontato, il tema del diritto allo svolgimento delle funzioni proprie e non fornisce indicazioni ai professionisti sul comportamento che gli stessi debbano tenere al configurarsi di situazioni di improprio assoggettamento ad attività non pertinenti. Materia trattata dall’articolo 49 del precedente Codice. Un’occasione persa, soprattutto alla luce della elevata valenza che hanno le norme della carta deontologica degli infermieri e delle altre professioni sanitarie, specificatamente prevista dalla Legge 42 del ’99».
«In virtù delle previsioni dell’articolo 49 del vecchio Codice – ricorda De Palma – tanti colleghi hanno fatto ricorso su tutto il territorio nazionale, per sostenere le proprie ragioni in giudizio contro il comportamento di Aziende sanitarie che vessavano la loro dignità professionale attribuendogli con continuità attività che in nessun modo avevano a che fare con gli ambiti di funzione di tali professionisti».
«Una battaglia di civiltà, quella contro il dilagante fenomeno del demansionamento infermieristico, che il Nursing Up porta avanti da anni – scrive il sindacato in una nota -. Tale fenomeno è dovuto alla carenza, se non alla totale mancanza, del personale di supporto previsto per legge, così l’infermiere si trova costretto, suo malgrado, a svolgere compiti che non dovrebbe svolgere. Invece il nuovo vademecum Fnopi sembra dare per scontata una situazione di organico diversa da quella reale con cui gli infermieri italiani si confrontano quotidianamente».
Per sensibilizzare professionisti e cittadini sulla tematica e le conseguenze che ne derivano, Nursing Up ha lanciato la campagna di comunicazione #noaldemansionamento, che vedrà le rappresentanze territoriali impegnate in presidi di protesta davanti alle sedi regionali italiane nei giorni 8, 9 e 10 maggio prossimi.
«Il Codice deontologico degli infermieri – conclude il presidente Nursing Up – dovrebbe fungere da faro per la professione, un vero e proprio riferimento su come affrontare tali peculiari problemi, anche rapportandosi con pazienti, colleghi, istituzioni e altre professioni. Non solo regole di valore etico, ma molto di più. Per questo avremmo apprezzato una maggiore attenzione verso una tematica tanto sentita dalla categoria che rappresentiamo da oltre vent’anni e a cui siamo orgogliosi di appartenere».
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