«Gli operatori della sanità impegnati nella lotta al virus non possono più essere dei fanti mandati ad affrontare il Covid-19 armati solo del proprio coraggio e della loro professionalità» sottolinea il segretario della UGL Sanità Gianluca Giuliano
Qualcuno ora deve spiegare. Lo chiede l’UGL Sanità di fronte ai dati snocciolati dalla Fondazione Gimbe sul Covid-19, aggiornati al 10 novembre, che parlano di un numero di contagiati tra gli operatori della sanità che apre uno scenario drammatico.
«Crediamo di poter affermare senza timore di smentita – dice con preoccupazione Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Sanità – che i lavoratori impegnati a fronteggiare in prima linea il Covid-19 siano stati mandati nuovamente allo sbaraglio. Alle drammatiche immagini che le televisioni trasmettono quotidianamente, agli articoli dei giornali che raccontano sui vari territori di storie che travalicano ogni tipo di immaginazione si aggiunge ora il freddo dato numerico reso noto dalla Fondazione Gimbe: 52.169 operatori sanitari contagiati dall’esplosione della pandemia, 19.217 negli ultimi 30 giorni contro i 1.650 contati nel mese precedente. La Fondazione Gimbe e il suo presidente Cartabellotta fanno parlare cifre che non possono essere smentite e che rischiano solo di aumentare. Ci chiediamo: è questo il modo per rendere grazie alla loro opera meritoria? Cosa è stato fatto in questi lunghissimi mesi per proteggere questi soldati della salute? Si, perché tali sono».
«Combattono generosamente, a rischio della propria vita, in strutture che giorno dopo giorno assumono i contorni di gironi danteschi – spiega Giuliano -. Chiediamo ancora alle istituzioni: sono stati applicati e rispettati alla lettera i protocolli di sicurezza? Sono forniti a tutti gli operatori sanitari gli adeguati dispositivi di sicurezza? Viene consentito a chi si trova a combattere il virus di usufruire di ore di riposo consone per poter poi riprendere il servizio nel pieno delle proprie forze e con la massima lucidità? I nuovi numeri dei contagiati dicono che tutto questo non sta accadendo. Gli operatori della sanità impegnati nella lotta al virus non possono più essere dei fanti mandati ad affrontare il Covid-19 armati solo del proprio coraggio e della loro professionalità. Bisogna proteggerli, dotarli di strumenti di protezione e di lavoro adeguati. È il momento cruciale della lotta per fermare la pandemia l’Italia deve essere al loro fianco. È un atto dovuto»