“Con i nuovi Lea è vero che il numero delle condizioni di erogabilità delle prestazioni scende a una quarantina rispetto alle 200 previste dal decreto ‘Appropriatezza’, ma nei fatti le risorse che garantiscono la differenza delle 160 prestazioni sono sottratte ai Servizi essenziali. I Lea potranno contare su una cifra assai modesta che non consentirà […]
“Con i nuovi Lea è vero che il numero delle condizioni di erogabilità delle prestazioni scende a una quarantina rispetto alle 200 previste dal decreto ‘Appropriatezza’, ma nei fatti le risorse che garantiscono la differenza delle 160 prestazioni sono sottratte ai Servizi essenziali. I Lea potranno contare su una cifra assai modesta che non consentirà in alcun modo alle Regioni di raggiungere il pareggio di bilancio. Nella ripartizione al Sud rimarranno briciole”. Così commenta il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, Toti amato, il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) sui nuovi Lea che riscrivono anche l’Appropriatezza delle prescrizioni.
“I nodi restano – spiega Amato – e il quadro di una sanità pubblica estesa a tutti non cambia perché il decreto Appropriatezza non viene eliminato, ma nei fatti viene semplicemente inglobato nei Servizi essenziali di assistenza (Lea), che sono stati sottostimati. Potranno contare solo su 800milioni di risorse che non potranno mai bastare per assicurare le cure e l’assistenza necessarie, contro i 3 miliardi di euro previsti inizialmente”.
“E’ improponibile – secondo L’Omceo provinciale – definire i Lea senza assicurarne la copertura finanziaria dei costi reali, mettendo tra l’altro in contrapposizione due principi costituzionali, quello del diritto alla salute e quello del pareggio di bilancio, come detta l’ordinamento dell’Unione europea. E’ chiaro che a quel punto Le Regioni si vedranno costrette a tagliare agli ammalati servizi sanitari per loro fondamentali”.
“Che il medico possa continuare a prescrivere ciò che riterrà più opportuno è un risultato ovviamente importante – conclude Amato – perché allontana il grave disagio dei professionisti, come è altrettanto positivo il nuovo approccio del ministro alla Salute Lorenzin che si è detta pronta d’ora in poi a un nuovo metodo di lavoro, basato su una collaborazione più sistemica tra il suo ministero, le associazioni dei medici e le società scientifiche”.