Il libro a cura dei medici Martino Trapani e Ginevra Squassabia è stato presentato mercoledì 10 novembre 2021 presso i Dazi dell’Arco della Pace di Milano
«Sarà difficile dimenticare l’anno 2020, l’anno della pandemia, l’anno in cui sono accadute cose che non avremmo mai immaginato e alle quali non eravamo pronti. Non eravamo pronti noi, come persone e non erano pronte, in parte, le nostre strutture, che si sono dovute riorganizzare a tempo record, per far fronte all’emergenza sanitaria causata da SARS-CoV-2». Inizia così la presentazione del libro “L’esperienza di ASST Rhodense durante la pandemia da SARS-CoV-2” a cura dei medici Martino Trapani e Ginevra Squassabia.
«E’ stato un momento difficile e ancora oggi dico grazie ai tutti i professionisti, quasi 4000, che ogni giorno, con passione, serietà, impegno e sacrificio in un periodo lunghissimo di difficoltà hanno risposto ai bisogni dei cittadini in diverse realtà (ordinarie, emergenti, urgenti, vaccini e tamponi, in ospedale, ambulatori, centri vaccinazione, uffici, accoglienza , area tecnica) – sottolinea Ida Ramponi, direttore generale dell’Asst Rhodense nel periodo di emergenza sanitaria e oggi ai vertici dell’Asst Crema – In questa situazione eccezionale, ho potuto constatare che senso di responsabilità e del dovere non sono mai mancati, nonostante la fatica e, diciamolo, la paura».
«I nostri Ospedali – si legge in una nota – e i nostri operatori sono stati travolti da un cambiamento, repentino e radicale. Le strutture ospedaliere si sono dovute trasformare velocemente e in modo flessibile, per poter ospitare i cittadini che, in numero importante, si recavano al Pronto Soccorso per ricevere le prime cure».
L’ASST Rhodense, come altre strutture sanitarie, ha dovuto adattarsi al cambiamento, riorganizzando la propria attività, sia dal punto di vista logistico-spaziale, sia dal punto di vista temporale. Affrontare il cambiamento è stato possibile solo attraverso un grande lavoro di squadra, una rimodulazione degli spazi e delle attività, che ha visto coinvolti tutti i Presidi Ospedalieri aziendali, nonché le aree territoriali. Un’attività che è stata possibile grazie alla collaborazione e all’impegno di tutte le persone che lavorano in ASST e di quelle che, a diverso titolo, collaborano con l’Azienda».
Non dimenticheremo mai quello che è accaduto e quello che abbiamo vissuto. E lo vogliamo descrivere attraverso questa breve narrazione che, da una parte vuole raccontare chi siamo e, dall’altra, ha l’obiettivo di condividere ciò che è stato fatto per far fronte all’emergenza sanitaria causata da COVID 19. Persone che sono rimaste in corsia, ad affrontare con coraggio ciò che altri, forse, non comprenderanno mai».
«Libri come questo sono importanti perché fanno conoscere il lavoro duro di chi si è trovato a fronteggiare uno tsunami e ha dovuto rapidamente adeguarsi alla situazione. Con i mezzi a disposizione, in poco tempo, si è dovuto riorganizzare radicalmente il lavoro e attrezzare i luoghi di cura per fronteggiare un nemico veramente insidioso in quanto del tutto invisibile. Un’operazione encomiabile, che merita di passare alla storia, la storia della gente comune, di tutti noi, quella che non ci dimenticheremo più, fin che campiamo – dichiara Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei Medici di Milano – E poi il libro è anche un vero e proprio manuale di igiene, poiché, a tutti gli effetti, spiega come riorganizzare le attività sanitarie, la logistica, i percorsi, le attrezzature, la comunicazione, le iniziative a sostegno dei dipendenti, i rapporti con il territorio ed i cittadini. Garbagnate, Rho, Corsico, Bollate, Passirana: una zona vasta e densamente popolata da centinaia di migliaia di cittadini ove il virus della SARS-COV2 ha esercitato la sua sinistra potenza. In questo tessuto umano, la “Rhodense” è stata un presidio fondamentale, poiché ha ricoverato quasi 2 mila persone in 6 mesi, di cui oltre 500 sono decedute. Un’esperienza fondamentale e – a maggior ragione – una testimonianza di grande valore, appunto, storico».
«Il Covid – prosegue – ha fatto emergere alcune criticità organizzative e strutturali. Dal punto di vista tecnologico ci si è resi conto di quanto sia necessario avere a disposizione macchinari efficienti e facilmente utilizzabili (ad esempio avere avuto ventilatori ed ecografi al letto di pazienti difficilmente mobilizzabili ha agevolato la diagnostica e, di conseguenza, il trattamento)».
«Abbiamo compreso che è necessario disporre di tecnologie avanzate capaci di gestire gli elevati flussi di dati, garantire modalità di lavoro agile e capaci di attuare la telemedicina. Una tecnologia che necessita di formazione continua e specialistica, con un occhio però alla visione complessiva delle problematiche di ogni singolo malato, in modo da distinguerne le priorità, di coordinarne l’intera assistenza e cura durante la degenza, in un’ottica di umanizzazione delle cure.
«Questa esperienza ci ha messo a dura prova, ma ci ha anche spinto a riflessioni sul futuro. Tra queste riflessioni, una riguarda il ruolo dell’Ospedale e quello del territorio. L’ospedale dovrà essere in grado di rispondere al meglio alle esigenze dei pazienti e dovrà porre molta attenzione ai pazienti fragili e ad alto rischio ricoverati in acuto, che spesso devono poi essere trasferiti in strutture capaci di gestire la fase intermedia».
«Occorre perciò investire in strutture che garantiscano la continuità di cure intermedie, realizzando unità ad hoc o riconvertendo altre strutture destinati ad altri usi. Per garantire una continuità assistenziale a tutti i pazienti è necessario inoltre rinforzare il rapporto e la collaborazione con i medici del territorio. E sarà necessario investire sulle risorse umane, che hanno rappresentato la vera forza e la risorsa preziosa capace di affrontare la pandemia».
«L’ospedale del futuro dovrà essere in grado di “trasformarsi” e di garantire lo svolgimento delle quotidiane attività operative al fine di proteggere la salute degli utenti la normale operatività e di proteggere la salute degli utenti, anche al mutare delle esigenze sociali, economiche, ambientali ed epidemiologiche del contesto in cui è inserito».
«Le tecnologie digitali possono fare la differenza in tutte le fasi di prevenzione, accesso, cura e assistenza dei pazienti, per aiutare il personale sanitario nelle decisioni cliniche e le strutture sanitarie nella continuità di cura e nell’operatività».
«La presentazione del libro si è svolta mercoledì 10 novembre 2021 presso i Dazi dell’Arco della Pace di Milano. L’esperienza del COVID sarà difficile da dimenticare, tanti sono stati gli avvenimenti che si sono susseguiti e che hanno cambiato sensibilmente il nostro modo di vivere e di lavorare. Il volume , attraverso il racconto dei protagonisti, i dati e una raccolta di immagini fotografiche, vuole esprimere in che modo l’ASST Rhodense ha dovuto e saputo far fronte a questo cambiamento. Come i professionisti hanno vissuto questa esperienza in prima persona, come l’organizzazione ha dovuto reinventare il proprio modo di operare, quali sono le tracce indelebili che rimarranno di questa esperienza e quali le prospettive future».
Questo libro è dedicato a tutte le persone che hanno collaborato e che sono a tutt’oggi impegnate nella gestione dell’emergenza sanitaria.
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