Sarà inaugurata oggi presso l’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano la mostra fotografica dal titolo “Tu non mi lascerai mai sola”, dedicata alla malattia di Parkinson nella sua forma giovanile. Venti scatti intensi dell’artista Swan Bergman che raccontano simbolicamente Francesca Cavalli e la sua convivenza con la malattia. Francesca ha 48 anni e 7 anni fa […]
Sarà inaugurata oggi presso l’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano la mostra fotografica dal titolo “Tu non mi lascerai mai sola”, dedicata alla malattia di Parkinson nella sua forma giovanile. Venti scatti intensi dell’artista Swan Bergman che raccontano simbolicamente Francesca Cavalli e la sua convivenza con la malattia.
Francesca ha 48 anni e 7 anni fa ha scoperto di essere affetta dalla malattia di Parkinson, patologia degenerativa che viene comunemente e erroneamente considerata appannaggio dei soli anziani. La protagonista degli scatti, attraverso il linguaggio del corpo, desidera dare voce alla condizione dei parkinsoniani che, come lei, si sono trovati inaspettatamente a fronteggiare in giovane età una malattia dai molti lati oscuri. A Swan Bergman il compito di tradurre con le sole immagini la forza delle emozioni di Francesca, le parole non dette, la sofferenza della malattia e l’intensità del momento.
Francesca ha scelto di sottoporsi a un intervento di DBS, Deep Brain Stimulation, che consiste nell’impiantare in specifiche aree del cervello degli elettrocateteri in grado di ridurre i gravi e invalidanti sintomi motori caratteristici del Parkinson, come il tremore e la distonia. Riprendere in mano la propria vita e riassaporare momenti di libertà: sono queste le motivazioni che l’hanno spinta a sottoporsi a DBS.
«Molti mi hanno chiesto perché queste fotografie? Che senso hanno con la malattia di Parkinson? Io ho risposto perché no…io ho il Parkinson e credo che questo basti – afferma Francesca Cavalli – . Ho incontrato Swan in un momento particolare della mia vita, quando la malattia stava prendendo il sopravvento sul mio corpo, tanto da prendere la decisione di sottopormi all’intervento di DBS. Lui, con il suo tatto, ha voluto farmi un regalo e per un giorno mi sono sentita una bellissima modella. Quel giorno, il Parkinson non era una limitazione ma qualcosa che mi rendeva speciale. Mi piacerebbe che tutti riuscissero a cogliere l’emozione e la gioia che ho provato quel giorno, quanto il dolore della malattia».
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«L’Istituto Galeazzi è il primo centro in Italia nell’impiego di sistemi DBS per la cura della malattia di Parkinson. Questo importante risultato è stato raggiunto grazie all’impegno e alla grande professionalità del dottor Domenico Servello e del professor Mauro Porta – afferma l’ingegner Elena Bottinelli, amministratore delegato dell’ospedale – . Abbiamo sposato l’idea di allestire una mostra negli spazi della struttura, affinché possa essere motivo di riflessione per tutti coloro che quotidianamente si rivolgono a noi in cerca di risposte e cure». La mostra, allestita presso l’aula magna dell’Istituto, è aperta gratuitamente al pubblico fino al 31 marzo (8.30 – 17.30).