Contributi e Opinioni 17 Marzo 2021 16:52

Piano vaccinale, la denuncia di FAVO: «In alcune regioni diverse categorie di lavoratori vaccinate prima dei malati di cancro»

Il Direttivo FAVO chiede al Ministro per le Autonomie Mariastella Gelmini di «concordare con le Regioni il continuo monitoraggio di accesso dei malati di cancro ai centri preposti»

La FAVO – Federazione Italiana delle Associazioni d volontariato in Oncologia ha inviato una lettera aperta al Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini per denunciare quanto avvenuto in alcune Regioni dove si è preferito invertire le priorità privilegiando in tal modo, alle persone malate e vulnerabili, alcune categorie di lavoratori e di cittadini sani. La FAVO chiede al ministro Gelmini di «concordare con le Regioni il continuo monitoraggio di accesso dei malati di cancro ai centri preposti». 

«Da quasi 20 anni, si legge nella missiva firmata dal Presidente FAVO Francesco De Lorenzo e dall’avvocato Elisabetta Iannelli, Segretario Generale FAVO – la Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO), in rappresentanza di centinaia associazioni di pazienti operanti su tutto il territorio nazionale, è impegnata nell’individuazione di nuovi bisogni, cui cerca di dare risposte con nuovi diritti, stimolando le istituzioni ad assumere iniziative per i malati di cancro avvalendosi dell’esperienza, del pungolo e del monitoraggio continuo svolto dalle Associazioni federate.

Sia la Federazione che le singole Associazioni di malati di cancro operanti sul territorio ricevono ogni giorno innumerevoli richieste di aiuto da parte di malati oncologici ed onco-ematologici di ogni parte d’Italia, allarmati per il rischio di contrarre il Covid e ansiosi di superare il permanente stato di incertezza che caratterizza la dissociazione tra le garanzie offerte tempestivamente dai provvedimenti normativi nazionali e le lunghe attese di chiamata per accedere alla vaccinazione da parte delle Regioni.

Un drammatico grido d’allarme che si è andato progressivamente accentuando sin da quando il Governo, con la circolare del Ministero della Salute (n. prot. 0005079 del 9 febbraio 2021), ha avviato la fase 2 della vaccinazione Covid con la chiara determinazione, non uniformemente applicata a livello regionale, di assicurare la necessarie priorità per le persone estremamente vulnerabili (tra cui i malati oncologici ed oncoematologici in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure) e le persone con loro conviventi.

La nuova versione del Piano strategico nazionale per la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19 ha confermato e rafforzato le precedenti priorità di accesso, individuando, tra le 5 categorie, nella categoria 1: “elevata fragilità (persone estremamente vulnerabili, disabilità grave)”, nella quale rientrano i pazienti oncologici ed onco-ematologici in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure e le persone con loro conviventi. Ci piace rilevare che tale piano risponde puntualmente ed integralmente agli appelli di FAVO e delle Associazioni di pazienti affetti da gravi patologie ma ora si pone con forza la grande questione di passare con trasparenza ed immediatezza dalle parole (scritte) ai fatti superando le inaccettabili, gravi disparità di trattamento a livello regionale.

In alcune Regioni, prima fra tutte il Lazio e poi il Veneto, l’Emilia Romagna, la Toscana ed il Piemonte, le somministrazioni vaccinali ai malati di cancro rappresentano già oggi una positiva realtà, ma, purtroppo, in alcuni casi solo a macchia di leopardo, poiché le indicazioni regionali non vengono attuate da tutte le ASL e dai centri di cura oncologici con la dovuta urgenza. Numerose altre Regioni ad oggi, purtroppo, non hanno ancora emanato le delibere attuative delle direttive nazionali precedenti a quella approvata l’11 marzo 2021 in Conferenza Stato-Regione.

Nonostante l’obbligo, sempre previsto in tutti i provvedimenti, di assicurare prioritariamente ed uniformemente su tutto il territorio nazionale, l’accesso alla vaccinazione dei malati oncologici ed onco-ematologici, la Federazione avverte l’obbligo morale di denunciare quanto purtroppo è stato accertato in alcune Regioni ove si è preferito invertire le priorità privilegiando in tal modo, alle persone malate e vulnerabili, alcune categorie di lavoratori e di cittadini sani e quindi esclusi dal piano vaccinale nazionale e ciò a scapito anche dei malati di cancro. Tali scelte decisamente intollerabili ed ingiuste rappresentano un grave, irreparabile ed inaccettabile danno alla salute delle persone più fragili.

I ritardi ad oggi accumulati per l’accesso alla vaccinazione dei malati di cancro a causa del mancato rigoroso rispetto delle previste priorità devono essere superati ed evitati con immediatezza attraverso l’attivazione di misure di controllo sul territorio. È scientificamente accertato che la mancata vaccinazione Covid espone i malati di cancro ad un aumentato rischio, possibile anche nel percorso richiesto per affrontare i trattamenti terapeutici, con l’aggravante dell’elevato tasso di mortalità in caso di infezione del 25%!

Per superare le predette intollerabili criticità, a cominciare dagli abusi prodotti dalle modifiche delle priorità rigorosamente e correttamente stabilite nella versione aggiornata del Piano strategico nazionale per la vaccinazione, il Direttivo di FAVO avanza formale richiesta al Suo Ministero di voler concordare con le Regioni il continuo monitoraggio di accesso dei malati di cancro ai centri preposti. Per consentire inoltre uniformità ed omogeneità di applicazione delle direttive nazionali alle persone “ad elevata fragilità” le Regioni devono essere sensibilizzate ad aggiornare prontamente i rispettivi piani vaccinali (ove già esistenti) o emanandoli ex novo». 

 

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