Contributi e Opinioni 22 Marzo 2021 08:45

Potenziale protocollo base veterinario in chiave One Health per la sorveglianza epidemiologica Covid-19

di Maurizio Ferri (Simevep) e Alessandro Foddai (DTU-Danimarca)
di Maurizio Ferri (Simevep) e Alessandro Foddai (DTU-Danimarca)

La storia e l’esperienza hanno dimostrato come l’epidemiologia e la sorveglianza delle malattie infettive si declinano con lo stesso linguaggio sia che si tratti di infezioni umane o animali. Nell’attuale contesto di pandemia COVID-19, la medicina veterinaria considerata l’esperienza maturata nel corso delle passate epidemie infettive animali (es. influenza aviaria, blue tongue, pesti suine, afta) con lo sviluppo ed applicazione sul campo di una varietà di metodi di sorveglianza epidemiologica attiva e passiva e analisi dei rischi delle popolazioni, potrebbe fornire un prezioso contributo di conoscenza alla sanità pubblica per il controllo delle infezioni nelle popolazioni umane.

Lo scopo di questo articolo è di dare un contributo dal punto di vista veterinario, in una prospettiva “One Health” (Una Salute) per la gestione della pandemia COVID-19, partendo dai parametri, vantaggi e svantaggi che vengono considerati quando un piano di sorveglianza veterinario viene settato o valutato nella sua sostenibilità ed efficacia.

Viene pertanto descritto per COVID-19 un protocollo veterinario di base per la sorveglianza casuale attiva in tempo reale con l’obiettivo di valutare i focolai in modo coerente e obiettivo ed avere un impatto positivo sulla gestione delle epidemie a lungo termine. Il lavoro è diviso in due parti: la prima si sviluppa in quattro sezioni contenenti spiegazioni generali che riteniamo essere propedeutiche per la comprensione delle restanti due sezioni relative alle potenziali applicazioni del protocollo veterinario per il COVID-19. Tuttavia premettiamo che l’intento di questo articolo non è quello di bypassare l’autorità di sanità pubblica umana, alla quale va tutto il nostro riconoscimento e plauso per gli sforzi sostenuti nella difficile gestione di una emergenza sanitaria piuttosto di fornire un punto di vista addizionale per la lotta alla pandemia presente o a quelle (eventualmente) future.

 

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