di Pier Luigi Bartoletti, Vicepresidente OMCeO Roma
«Un confronto da cui è emerso in modo chiaro che la fisioterapia richiede un percorso di valutazione, con il giusto tempo di esecuzione delle prestazioni ma soprattutto la presa in carico globale del malato accompagnata alla valutazione sugli esiti del trattamento». Questo il parere di Pier Luigi Bartoletti, vicepresidente dell‘Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO) a seguito del convegno “Organizzazione delle prestazioni di riabilitazione specialistica ambulatoriale” promosso a Roma da Anisap, Collegio dei Professori Ordinari di Medicina Fisica e Riabilitativa, Simfer, Sirn.
Nell’ambito dello stesso convegno è stato anche presentato il patto #UnitiperlaRiabilitazione predisposto da Foad Aodi fisiatra e consigliere dell’Ordine capitolino.
Secondo Bartoletti, inoltre, è necessario «avviare un processo di professionalizzazione di una branca importante in un Paese sempre più anziano e con persone sempre più alle prese con malattie croniche: è qui che la riabilitazione assume un ruolo fondamentale e soprattutto in alcune patologie, ad esempio nel post infarto o dopo un intervento di protesi d’anca. Questo per valorizzare chi fa bene il proprio lavoro».
Organizzare le prestazioni di riabilitazione specialistica ambulatoriale prevede, inoltre, una sinergia tra chi deve occuparsi della salute del paziente. «Tutti parlano della continuità assistenziale – sottolinea il vicepresidente dei camici bianchi della Capitale – e credo che anche il processo riabilitativo debba prevedere un percorso di questo tipo con le varie componenti, quella specialistica e quella della medicina generale, che spesso mancano».
Secondo Foad Aodi, l’iniziativa ha come obiettivo una riabilitazione di qualità e accessibile a tutti, con pari opportunità sia nella sanità pubblica che in quella privata; l’aggiornamento dei LEA; il riconoscimento del ruolo e della qualità delle strutture pubbliche e private accreditate in grado di comportare un risparmio per il SSN; una maggiore collaborazione interprofessionale fra medici specialisti, professioni sanitarie e medici di famiglia per l’appropriatezza della prescrizione e per ridurre il ricorso alla medicina difensiva; più aggiornamento professionale, con la difesa e la valorizzazione dell’atto medico; la costituzione di un albo di eccellenza; la semplificazione delle autorizzazioni per contrastare abusivismo e lavoro in nero; più innovazione e tecnologia nel settore.