Human Technopole è un centro di ricerca scientifico dedicato alle scienze della vita dotato delle tecnologie più avanzate al mondo e sopratutto di mezzi che non ha nessuno: quasi un miliardo di euro, secondo la Legge di Bilancio 2017, direttamente dalle tasche dello Stato, dal 2016 al 2024 quando dovrebbe essere completato (per un totale […]
Human Technopole è un centro di ricerca scientifico dedicato alle scienze della vita dotato delle tecnologie più avanzate al mondo e sopratutto di mezzi che non ha nessuno: quasi un miliardo di euro, secondo la Legge di Bilancio 2017, direttamente dalle tasche dello Stato, dal 2016 al 2024 quando dovrebbe essere completato (per un totale di 1,2 miliardi per i prossimi dieci anni).
Adesso è quasi tutto pronto per partire: immaginate un Large Hadron Collider (l’acceleratore di particelle in pianta al CERN di Ginevra che ha scoperto il famoso bosone di Higgs), ma dedicato non alla fisica, quanto invece a: genomica di base e clinica, diagnostica avanzata, biologia computazionale per sviluppare terapie innovative, biologia strutturale per lo studio delle macromolecole, neurogenomica per svelare i segreti di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e quell’informatica moderna, basata sull’intelligenza artificiale, attraverso la quale lavorano i colossi americani come Google, Amazon e Facebook.
Questa «Nasa» della medicina (italiana) cambierà la ricerca scientifica nel mondo, ma per conquistare la «luna» ci si dovrà attrezzare razionalmente: «I progressi compiuti negli ultimi dieci anni – ha spiegato Iain Mattaj direttore della Fondazione Human Technopole – hanno trasformato le opportunità di ricerca nella biologia umana, ma adesso manca di tradurre queste conoscenze in obiettivi: strategie per l’invecchiamento sano, dato che siamo stati capaci di aumetare l’aspettativa di vita, ma non quanto la sua qualità e strategie per la medicina personalizzata, vale a dire mirata sulle caratteristiche uniche del paziente».
Ad oggi, in effetti, la medicina è in gran parte un sistema rigido: esistono un farmaco o comuque poche terapie per milioni di pazienti diversi. Poiché invece ogni essere umano ha un DNA diverso, sempre unica è la sua malattia, che la si chiami cancro, diabete o Alzheimer: la medicina personalizzata è l’approccio che studia le unicità del nostro organismo per scegliere il farmaco più adatto, modificarlo e adattare il percorso terapeutico su misura. «Human Technopole è un progetto dedicato a questo, al futuro della medicina – ha specificato Mattaj – che contribuirà al progresso della scienza in generale e allo sviluppo della ricerca in Italia, in particolare, con estrema attenzione alle molte opportunità che il nuovo istituto offrirà ai giovani scienziati e ai neolaurati».
Il lancio nel 2016 del progetto Human Technopole – ha sottolineato Valeria Poli, ordinario di Biologia Molecolare dell’Università di Torino e Presidente della SIBBM – ha avuto un effetto dirompente nella comunità scientifica italiana, suscitando aspre polemiche sul “come” che si sono rapidamente estese al “cosa” si volesse fare e all’opportunità per l’Italia, che investe così poco in ricerca, di puntare così fortemente su un nuovo Centro di Eccellenza invece che sui centri di ricerca già esistenti, per esempio le Università, spesso in precarie condizioni di operatività. «È necessario che governo e ministeri coinvolti apprezzino la necessità di non solo incrementare ma anche strutturare diversamente la filiera dei finanziamenti alla ricerca per innescare un meccanismo virtuoso per lo sviluppo tecnologico e sociale del Paese intero».
Sviluppo tecno-scientifico e sociale che significa anche economico, dal momento che gli investimenti in ricerca si trasformano in brevetti e quindi in ricchezza. La scomparsa dell’Italia industriale (se intendiamo i settori “hard”: pensiamo negli anni Sessanta all’informatica con Adriano Olivetti e alla chimica con Giulio Natta) ha quindi necessità di rimedio: «Riteniamo urgente – continua Poli – che, alla pari della maggioranza degli Stati Occidentali, l’Italia si doti di un’Agenzia della Ricerca che riunisca politici e scienziati in un think tank volto a guidare le decisioni sulle tematiche da incentivare maggiormente attraverso i finanziamenti alla ricerca elargiti dai Ministeri competenti, e che sia in grado di valutarne i risultati tenendone conto per i passi successivi».
Questo punto è ripreso con forza anche da Battaglia, Fondazione Telethon, con AIRC la maggiore organizzazione non a scopo di lucro impegnata a sostenere la ricerca biomedica in Italia: «Fondazione Telethon ritiene urgente che l’Italia si doti di un’agenzia dedicata alla gestione del finanziamento alla ricerca. Un organo indipendente e competente che faccia da osservatorio permanente dei bisogni e delle potenzialità del Paese e gestisca un sistema di valutazione dei progetti e di distribuzione dei fondi pubblici basato sul merito. Funziona per l’NIH e per le principali agenzie di finanziamento internazionali, e funziona, nel suo piccolo, per Telethon».
Infine, è fondamentale che il dialogo costruttivo che qui abbiamo cercato di iniziare e sostenere con lo Human Technopole e con i ministeri competenti continui e si amplifichi, per garantire che le risorse investite sul Technopole possano riversarsi sul resto della ricerca pubblica e che a sua volta questa possa rafforzare le attività del Technopole, promuovendo tutte le possibili forme di integrazione tra i diversi centri ed evitando quelle forme di competizione “sleale” paventate da diverse parti della comunità scientifica.
La nascita di Human Technopole sia dunque evento propulsivo che risvegli il sistema della ricerca italiana in tutte le sue sedi, eliminando così la preoccupazione della formazione di un Centro che si trasformi nei fatti in un monopolio della ricerca che assorba tutte le risorse, sostiene il Presidente FISV Gennaro Ciliberto. «Accogliamo con entusiasmo la nascita nel nostro paese dello Human Technopole – ha dichiarato – ma guardiamo con grande timore al fatto che il nostro Stato sembri essersi fermato lì, e non abbia messo in piedi iniziative per la sostenibilità e la crescita scientifica delle istituzioni pubbliche di ricerca. È quindi assolutamente indispensabile che riprendano al più presto finanziamenti per la ricerca di base presso le Università, il CNR, altri organismi di ricerca pubblici, promulgati con regolarità annuale e gestiti con criteri di trasparenza. Occorre anche che istituzioni italiane pubbliche e Human Technopole instaurino fin dall’inizio un percorso virtuoso di collaborazioni e interazioni affinchè l’investimento nello Human Technopole porti a concreti benefici per la ricerca di tutto il sistema Italia».
Concorda Salvatore Sciacchitano, intervenuto in rappresentanza del Ministero della Salute, e in particolare in rappresentanza del sottosegretario Armando Bartolazzi: «È assai opportuno che si discuta su come gestire quest’opportunità in modo che sia un’occasione di rilancio per tutto il sistema della ricerca in Italia». E snocciola alcuni dati: quanto a finanziamenti per la ricerca l’Italia figura al 12° posto in Europa, insieme al Portogallo ed all’Estonia: nel 2017 abbiamo investito in ricerca appena l’1,35% del prodotto interno lordo.
«Il budget stanziato per lo Human Technopole, corrispondente a 1,2 miliardi di Euro per i prossimi 10 anni, rappresenta, pertanto, un cambio reale nella politica a favore della ricerca in Italia – spiega il rappresentante del Ministero –. Questo progetto costituisce un’opportunità unica per favorire la riorganizzazione e il rilancio di tutto il sistema della ricerca in Italia». Una preliminare occasione di discussione sugli obiettivi di questo nuovo Istituto, con tutte le realtà della ricerca medica nel nostro Paese è mancata e ci troviamo oggi a dover dirigere e re-indirizzare un progetto già in fase di avviamento, sostiene Sciacchitano che precisa: «Il Ministero della Salute, che coordina gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), insieme con il Ministero della Istruzione e della Ricerca Scientifica e con il Ministero di Economia e Finanza, istituzioni fondatrici dello Human Technopole, devono saper cogliere quest’opportunità».