L’Ordine richiede una celere esecuzione dei tamponi e una vasta campagna di vaccinazione antinfuenzale
Cosa potrebbe succedere se il Covid-19 tornasse in autunno? La domanda, che circola spesso, riguarda le possibili ricadute economiche. L’OMCeO di Milano, invece, si è posto il problema dal punto di vista medico.
«E la risposta non è stata delle più incoraggianti – spiega l’Ordine in una nota – tanto che il Consiglio Direttivo ha delegato il Presidente a indirizzare alle autorità sanitarie regionali e cittadine una lettera che, quindi, è stata spedita all’Assessore al Welfare Giulio Gallera, al Sindaco di Milano Giuseppe Sala, al Direttore Generale Marco Trivelli, e al Direttore Generale Ats Milano Walter Bergamaschi, evidenziando il rischio di “totale paralisi” della città di Milano qualora i protocolli di segnalazione dei nuovi casi non fossero adeguati ai bisogni quindi proponendo la domanda chiave, ovvero: “Quali sono le buone pratiche da adottare per contenere l’epidemia?” “Quali sono gli errori in fase di diagnosi da non ripetere?”»
«Le richieste – precisa il Presidente dell’OMCeO Milano, Roberto Carlo Rossi –riguardano la corretta segnalazione dei casi, la programmazione e il miglioramento del sistema di diagnosi precoce nei casi sospetti permettendo così di aumentare la capacità di effettuare tamponi e di fornire in tempi molto rapidi la risposta diagnostica ma anche il potenziamento del supporto da dare all’attività dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta per quanto riguarda l’assistenza ai pazienti con sintomi suggestivi di infezione. Senza dimenticare l’adeguata fornitura di DPI ai tutti i Medici, nonché il mantenimento e il potenziamento dell’attività informatizzata senza contatto diretto con il paziente e la deburocratizzazione».
«Il rischio – prosegue – è che le conseguenze della sovrapposizione tra il rischio di ripresa dalla pandemia ed epidemia influenzale, possano inutilmente gettare nel panico la cittadinanza e in drammatiche conseguenze socioeconomiche la vita civile e lavorativa a causa delle necessarie misure di quarantena» .
«Il rischio va scongiurato – ribadisce il Presidente Rossi – bisogna stimolare una campagna vaccinale antinfuenzale e antipneumococcica sia per tutto il personale medico sanitario del nostro sistema sanitario regionale che per la popolazione, ma soprattutto definire protocolli precisi per la segnalazione di nuovi casi e che scongiurino, qualora i contagi causati dal Covid-19 dovessero risalire, la sovrapposizione della sintomatologia a quella della normale sindrome influenzale, che proprio nei mesi autunnali e invernali ha il suo picco massimo».
Infine – evidenzia l’Ordine – è necessario procedere a screenare i casi segnalati mediante tamponi da eseguirsi in tempi rapidissimi ed i cui risultati devono essere disponibili in tempi altrettanto ridotti. E in relazione alla richiesta di una massiva campagna vaccinale, l’OMCeO propone al Comune di Milano «la predisposizione preventiva di ampi ed adeguati spazi pubblici con personale amministrativo e sanitario di supporto, indispensabile al fine di una corretta gestione dell’afflusso dei vaccinanti nella tutela della sicurezza dei medici e pazienti, alla luce di quella che sicuramente potrebbe essere una partecipazione di dimensione eccezionali. L’obiettivo complessivo è quindi permettere a tutti i Sanitari di valutare con maggiore oggettività ciascun caso, poiché, escludendo forme influenzali tradizionali, potrebbero applicare misure restrittive verso coloro che manifestino sintomi fortemente suggestivi per infezione da Covid-19, senza “paralizzare” inutilmente l’intera città di Milano» conclude l’Ordine.
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