Nei giorni scorsi la Regione Lazio ha ordinato lo stop ai prelievi idrici dal lago di Bracciano per preservarne il bacino già provato dalla lunga siccità entro le ore 24 del 28 luglio 2017. Di conseguenza, Acea sta valutando un razionamento idrico per un terzo della capitale che, a turni alterni ma continuativi, sia diurni […]
Nei giorni scorsi la Regione Lazio ha ordinato lo stop ai prelievi idrici dal lago di Bracciano per preservarne il bacino già provato dalla lunga siccità entro le ore 24 del 28 luglio 2017. Di conseguenza, Acea sta valutando un razionamento idrico per un terzo della capitale che, a turni alterni ma continuativi, sia diurni che notturni della durata di 8 ore, resterà senza acqua. Non sarebbero esclusi ospedali e pompieri.
La siccità che sta colpendo Roma – nei prossimi giorni è prevista pioggia- e le aree vicine alla capitale ha portato anche il Vaticano ad intraprendere misure volte al risparmio dell’acqua e ad evitare lo spreco.
Per questo motivo, il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano ha deciso di chiudere tutte le fontane, sia quelle esterne ubicate in Piazza San Pietro, sia quelle interne dislocate nei Giardini Vaticani e nel territorio dello Stato. Lo rende noto la Radio Vaticana: “La scelta – riferisce l’emittente – vuole essere in sintonia con gli insegnamenti di Papa Francesco che nell’Enciclica Laudato si’ ricorda come “l’abitudine di sprecare e buttare via” abbia raggiunto “livelli inauditi”, mentre “l’acqua potabile e pulita rappresenta una questione di primaria importanza”.
In queste ore il Comune, la Regione ed Acea stanno discutendo e lavorando ad un piano alternativo: lo scopo è quello di trovare una soluzione che impedisca il razionamento d’acqua per oltre 1 milione di cittadini ed il blocco della fornitura idrica per ben 8 ore al giorno. Il gran caldo di questi mesi e l’assenza di pioggia – secondo quanto attesta il dossier di Coldiretti – avrebbero comunque causato già 2 miliardi di euro di danni e l’andamento climatico del 2017 è definito del tutto anomalo, tanto da esser classificato ai primi posti dei più caldi e siccitosi da oltre 200 anni.
Diversamente dal passato, la siccità sta riguardando in qualche modo tutta l’Italia:
il Lago di Garda che è appena al 34,4% di riempimento del suo volume, mentre il Po è circa 3,5 metri sotto lo zero idrometrico, in Liguria il gran caldo sta mettendo a dura prova le coltivazioni di basilico e olive.
Il Veneto attraverso tre ordinanze ha dichiarato lo stato di crisi per siccità per contingentare l’erogazione dell’acqua cosi come le province di Parma e Piacenza.
E mentre il Lazio è in allarme per la carenza di risorse idriche, caldo siccità stanno provocando anche, incendi senza tregua da nord a sud. I dati della protezione civile: da gennaio più di 700 interventi aerei sollecitati contro i 447 del 2007. Dal 15 giugno 2017 sono state 432 le richieste d’intervento finora ricevute, contro le 308 del 2007 e le 261 del 2012.